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La rabbia di Giorgia Meloni contro Matteo Salvini: «Fa lo sciacallo, è una competizione tossica»

giorgia meloni matteo salvini lite rabbia sciacallo
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La premier contro il Capitano per la partita dei gruppi europei. Che oggi la vede all'angolo. E rende impossibile un ricatto a von der Leyen

Mentre Viktor Orbán con il suo viaggio a Mosca tesse la tela della nuova destra mondiale tra Vladimir Putin e Donald Trump, Giorgia Meloni è molto arrabbiata. Con chi? Con Matteo Salvini. “Colpevole” di aver esultato troppo per l’addio di Vox al gruppo Ecr e per il loro approdo alla corte del leader ungherese. «È un segnale fortissimo. Cresce il fronte del cambiamento in Europa, determinato a dire no a Ursula von der Leyen e ai socialisti», ha fatto sapere una nota della Lega. E pazienza se così il gruppo dei conservatori e riformisti europei in cui milita la premier non è più il terzo raggruppamento di Strasburgo. E perde così anche il suo potere di “convincimento” nei confronti della presidente della Commissione Europea. Dentro Fratelli d’Italia, dice oggi La Stampa, si bolla l’intervento del partito del Capitano come «un atto di puro sciacallaggio». Ma intanto crescono anche i timori sul possibile fallimento della strategia della premier per Bruxelles.

La maggioranza fragile

Meloni aveva parlato di «maggioranza fragile» che presto si sposterà a destra a proposito del patto tra Popolari, Liberali e Socialisti per i top jobs Ue. Mentre il dialogo fallito con Marine Le Pen l’ha portata a dover ridimensionare anche le ambizioni del “suo” Ecr. La premier italiana puntava sulla vittoria del Rn all’Assemblea Nazionale e al trionfo di Donald Trump a Usa 2024 per sparigliare. Ma in attesa del voto del 7 luglio i sondaggi in Francia dicono che Bardella e Marine non avranno la maggioranza assoluta. E rischiano di rimanere con il cerino acceso in mano in caso di accordo post voto di altre forze politiche. «Ora Ursula dovrà guadagnarsi il nostro voto», aveva detto Meloni dopo il Consiglio Europeo che aveva dato l’ok alle nomine Ue. Ora il rischio è che si trasformi tutto in un flop. Già all’epoca Salvini aveva tentato di rovinare i piani di Meloni con l’accusa di colpo di Stato ai vertici Ue.

Sciacallaggio

Ora però la Lega continua con le sue manovre ostili per rovinare il lavoro di Giorgia in Europa, è il ragionamento dentro Fratelli d’Italia. Meloni lo ha fatto notare a Salvini nel corso di una telefonata piuttosto burrascosa tra i due. Durante la quale la premier ha rinfacciato al Capitano anche l’emendamento sui balneari e l’attacco a Sergio Mattarella. Intanto Antonio Tajani è preoccupato. Il leader di Forza Italia teme che i veleni europei finiscano per ripercuotersi sul governo italiano. La competizione tossica tra Salvini e Meloni rischia di ostacolare la marcia delle riforme. Minando la fiducia reciproca. E, di conseguenza, la stabilità dell’esecutivo. Che per adesso però non scricchiola. Anche perché non ci sono alternative. E riportare il paese al voto per una polemica che si svolge nelle aule del Parlamento sarebbe troppo: gli elettori non capirebbero.

Competizione tossica

E allora la competizione tossica tra Lega e Fratelli d’Italia è destinata a continuare. Da una parte il Capitano, che sta cercando di recuperare il rapporto con l’elettorato che cinque anni fa lo aveva visto trionfare proprio alle elezioni europee e che nel frattempo è stato eroso, così come la sua popolarità e il gradimento interno al Carroccio. Dall’altra la premier che cerca di giocare una partita da influencer in Europa ma per la prima volta si rende conto di avere poche, forse nessuna carta in mano.

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