I pediatri spiegano perché l’idea del senatore Claudio Borghi di eliminare l’obbligo vaccinale è una pessima idea

Il parere dalla Società italiana di pediatria: «Sarebbe irrazionale. Così si mettono a rischio sia i singoli cittadini che l’intera società»

«Le vaccinazioni rappresentano uno degli strumenti più efficaci nella prevenzione delle malattie infettive. È definitivamente dimostrato che il loro ruolo è fondamentale per garantire la salute e il benessere dei bambini». La risposta della Società italiana di pediatria (Sip) sull’emendamento del senatore della Lega Claudio Borghi che vuole eliminare l’obbligo vaccinale pediatrico derubricandolo a una mera raccomandazione è arrivata. E ha toni molto duri, in cui Sip conferma la «ferma opposizione all’emendamento al decreto sulle liste d’attesa che prevede di trasformare in ‘raccomandati’ i vaccini contro morbillo, rosolia, parotite e varicella». Secondo i medici «eliminare l’obbligo vaccinale in questo momento sarebbe irrazionale. In un contesto dove la disinformazione è diffusa – avvertono in una nota – una proposta di questo tipo rischia di compromettere la salute pubblica, mettendo in pericolo sia i singoli cittadini sia l’intera società».


«Ci sono ancora bambini non protetti dal morbillo entro i due anni d’età»

«La legge sull’obbligo vaccinale per l’accesso a scuola ha dimostrato di essere un efficace strumento per aumentare i livelli di copertura vaccinale in un momento storico in cui erano in calo. Se consideriamo il morbillo, malattia altamente contagiosa con un tasso di mortalità di circa 0,1-0,2% (1-2 su 1.000) nei Paesi sviluppati, prima dell’introduzione della legge la copertura vaccinale per i nati nel 2014 entro i 24 mesi di età era dell’87,21%. Attualmente, per i nati nel 2020, questa percentuale è salita al 94,38%, ma ci sono ancora 22.755 bambini non protetti contro il morbillo entro i 24 mesi», ricordano i pediatri. Analizzando i dati «nella fascia di età 5-6 anni, più di 73.000 bambini non risultano adeguatamente protetti con una o due dosi di vaccino contro il morbillo. Nella fascia di età dei 18 anni, la situazione è ancora più preoccupante: più di 37.000 diciottenni non hanno effettuato la prima dose di vaccino contro il morbillo e più di 67.000 non hanno ricevuto la seconda dose. Questi dati spiegano l’attuale quadro epidemiologico del nostro Paese, con 556 casi di morbillo notificati solo nel periodo dal primo gennaio al 31 maggio 2024».


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