Strage di Bologna, confermato in appello l’ergastolo a Paolo Bellini
Nel processo sulla strage alla stazione ferroviaria di Bologna del 2 agosto 1980, in cui morirono 85 persone e 200 rimasero ferite dall’esplosione di un ordigno, la corte d’assise d’appello ha confermato la condanna all’ergastolo a Paolo Bellini, quella a 6 anni a Piergiorgio Segatel e a 4 anni a Domenico Catracchia. Dopo sei ore di camera di consiglio il secondo grado ha ribadito la responsabilità nella strae di Bellini, ex terrorista del movimento neofascista Avanguardia Nazionale, in concorso con gli ex Nar – Nuclei armati rivoluzionari, altra organizzazione terroristica di estrema destra – già condannati Giusva Fioravanti, Francesca Mambro, Luigi Ciavardini e Gilberto Cavallini. Nell’inchiesta finirono anche Licio Gelli, Umberto Ortolani, Federico Umberto D’Amato e Mario Tedeschi, nel frattempo deceduti e perciò non più imputabili, ritenuti mandanti, finanziatori o organizzatori dell’attentato. Ribadite anche le condanne all’ex capitano dei carabinieri Piergiorgio Segatel, accusato di depistaggio e condannato nuovamente a 6 anni, e di Domenicho Catracchia, ex amministratore di condomini in via Gradoli a Roma, accusato di false informazioni al pm al fine di sviare le indagini, condannato a 4 anni. «Questo è un tassello molto importante per confermare la verità che è emersa durante questi due gradi di giudizio», ha detto Anna Pizzirani, vicepresidente dell’associazione delle vittime del 2 agosto 1980, «non è finita, sappiamo benissimo che ci sarà il ricorso alla Cassazione, ma questo è un tassello importante per noi familiari delle vittime. Perché è la parola agli 85 che non possono parlare, questi sono i fatti, sappiamo chi sono stati i mandanti, sappiamo chi è stato. Cercheremo di non fermarci qui». Nette le parole di Stefano Bonaccini dopo la lettura della sentenza: «Viene ribadito un pezzo fondamentale della verità su quanto successo e, una volta di più la matrice neofascista della bomba alla stazione del 2 agosto 1980. Vengono, infatti, ribadite le condanne dei responsabili e l’intero impianto accusatorio».