Targhe Tenco: trionfa Diodato, a mani vuote Calcutta, Vasco Brondi e Daniele Silvestri
Questa edizione delle Targhe Tenco passerà alla storia forse più per quelli che ne sono usciti a mani vuote che per quelli che sono riusciti a portarsi a casa quello che, essendo assegnato da una giuria di selezionati esperti, dovrebbe essere il più credibile tra i premi musicali italiani. Tante le sorprese, a partire dal miglior album dell’anno, dove a vincere è Paolo Benvegnù per il suo È inutile parlare d’amore, che con i suoi 62 voti si piazza davanti a nomi eccellenti del circuito cantautorale mainstream come Vasco Brondi (50 voti per il suo Un segno di vita) e Calcutta (il suo Relax ha ricevuto 45 preferenze), che erano dati per favoriti, e ancora Daniele Silvestri (Disco X, 44 voti) e i La Crus (Proteggimi da ciò che voglio, 35). Benvegnù corona così una carriera da assoluto protagonista del circuito cantautorale alternativo, indipendente, intellettuale, anche se molti avrebbero scommesso su una lotta all’ultimo voto tra Vasco Brondi e Calcutta.
Miglior canzone
Secondo i 328 giurati delle Targhe Tenco la miglior canzone dell’anno è La mia terra di Diodato, che riceve 83 voti, risultando quindi l’opera a raccogliere il maggior numero di preferenze. Il brano è stato scritto per la colonna sonora di Palaffina Laf, esordio alla regia dell’amico Michele Riondino. Al secondo posto con 59 voti di nuovo Paolo Benvegnù, che ha così rischiato una clamorosa doppietta grazie al brano L’oceano, composto in featuring con Brunori SaS. Seguono L’uomo nel lampo, di Paolo Jannacci e Stefano Massini (40 voti), La promessa della felicità di Federico Sirianni (31 voti) e La fioraia di Agnese Valle (17 voti).
Migliore Album in dialetto
Quella del miglior album in dialetto è stata di sicuro la sezione più chiacchierata di questa edizione delle Targhe Tenco dopo la pubblica denuncia di Piotta, che avrebbe ricevuto abbastanza voti per rientrare nella cinquina con il suo album ’Na notte infame (se e quanti non è dato saperlo), ma che è stato escluso perché, secondo il direttivo del Tenco, un album non abbastanza in dialetto. Una bagarre che ha scomodato perfino Paolo D’Achille, presidente dell’Accademia della Crusca, che avrebbe dato ragione al rapper romano e che ha dato vita ad un botta e risposta tra Piotta e il Direttivo del Tenco dai tratti alle volte spiacevoli, alle volte piuttosto grotteschi (per dire: come si calcola l’esatta percentuale di utilizzo del dialetto in un disco?). Una bagarre che potrebbe gettare un’ombra spiacevole e certamente immeritata sull’ottimo lavoro svolto dall’abruzzese Setak per il suo album Assamanù, che ottiene 74 voti, guadagnandosi così la Targa Tenco relativa alla categoria. Seguito da Davide Van De Sfroos con Manoglia (53 voti), Eleonora Bordonaro con Roda (47 voti), Massimo Silverio con Hrudja (33 voti) e Mesudì con Nodi (9 voti).
Migliore Album opera prima
Sorpresa anche nella categoria per la migliore opera prima dove a vincere è Elisa Ridolfi con l’album Curami l’anima, che ha ricevuto 64 preferenze. Sorpresa derivante dai numeri piuttosto bassi della cantautrice di Fano classe 1978 (appena 129 ascolti mensili su Spotify al momento dell’annuncio della vittoria), e comunque di certo non nuova all’ambiente musicale avendo una lunga carriera alle spalle, specialmente come cantante di fado. Battute le due superfavorite della categoria: Lamante, che ha stupito l’intera industria discografica con l’album In memoria di (54 voti), e Marta Del Grandi con il bellissimo e atmosferico Selva (50 voti). Seguono Andrea Satta, noto come voce dei Tetes de Bois, con Niente di nuovo tranne te, che riceve 43 voti nonostante la nota stampa di una settimana fa nella quale si autoeliminava dalla categoria per lasciare spazio ad artisti, citiamo, «che per la prima volta “in assoluto” affrontano il mondo della discografia». E poi Coanda con Le vite altrove, che chiude con 6 preferenze.
Migliore Album di interprete
Con 60 preferenze vince la categoria per il miglior album di interprete Simona Molinari ed il suo Hasta Siempre Mercedes, disco dedicato alla cantante ed attivista argentina Mercedes Sosa. appena quattro voti più in basso, al secondo posto, troviamo i Perturbazione con La Buona Novella (dal vivo), un album live registrato quindici anni fa dedicato a La buona novella, uno dei più intensi lavori di Fabrizio De André. 39 voti per Joe Barbieri e il suo album Vulío. Seguono poi Chiara Raggi e Giovanna Famulari con In punta di corde (31 voti), Agnese Valle con I miei uomini (29 voti) e Alberto Patrucco con AbBrassens (19 voti).
Migliore Album a progetto
Ricca la categoria dedicata al miglio album a progetto, la Targa Tenco però se la porta a casa con 63 preferenze l’album Sarò Franco – Canzoni inedite di Califano, un progetto che ha recuperato una serie di scritti inediti del cantante romano messi in musica da artisti del calibro di Patty Pravo, Amedeo Minghi e Tiromancino. Segue a 48 voti l’album 17 fili rossi + 1 – Ricordando Piazza Fontana, un album composto da 16 brani, che rievoca la strage terrorista di mano fascista avvenuta alla Banca Nazionale dell’Agricoltura, a Milano, il 12 dicembre 1969, e le 17 vittime. 39 voti per Parole liberate vol. 2, secondo album nato dal progetto dell’associazione di promozione sociale Parole Liberate. Poco sotto a 37 voti, troviamo Shahida – Tracce di libertà triplo album realizzato dal Centro Astalli in collaborazione con Appaloosa Records i cui proventi, derivanti dalla vendita, sosterranno i progetti in favore delle donne richiedenti asilo e rifugiate accolte al Centro Astalli, non di rado vittime di violenza, abusi e tortura, che cercano di costruirsi una nuova vita in Italia. Chiude con 30 voti Stagioni. Tributo ai Massimo Volume, disco composto da artisti vari come Francesco Bianconi e Giovanni Succi che ripropongono proprie versioni della band protagonista della scena indipendente degli anni ’90.
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