Parla l’host che (non) ha rifiutato una famiglia israeliana per antisemitismo: «Airbnb mi ha riabilitato, vi racconto come è andata davvero»
L’host sospeso da Airbnb per un presunto attacco antisemita a una famiglia israeliana che voleva alloggiare sulle Dolomiti ora vuole chiarire e mettere un punto alla situazione che lo ha travolto per giorni. «Nego categoricamente qualsiasi insulto antisemita», afferma ora che la piattaforma ha deciso di riabilitarlo. In un lungo sfogo su la Repubblica, ricostruisce la sua versione dei fatti e spiega l’equivoco. «Si è detto che ho mandato un messaggio antisemita e subito dopo ho annullato la prenotazione. È accaduto esattamente il contrario. La prenotazione l’avevo annullata già il 18 maggio, per motivi logistici. L’altro messaggio, invece, è partito quattro giorni dopo, il 22». Ma allora, cosa dire del messaggio in cui avrebbe invitato la famiglia a starsene «nel forno»?
Il messaggio incriminato
«Stavo chattando con un altro ospite che mi chiedeva istruzioni sulla valvola del forno. Ho digitato la risposta in inglese: “could be under the gas stove”, ovvero “potrebbe (sottinteso, la valvola) essere sotto il forno a gas”». Ma qui c’è stato l’errore: il messaggio è finito nella chat sbagliata. Come lo screenshot sia finito su Ynetnews, l’host non sa spiegarselo. Così come non è chiaro perché la vicenda sia emersa solo un mese e mezzo dopo i fatti. In poco tempo, la notizia ha fatto il giro dei giornali e del web, tanto che sono intervenuti con termini di condanna Franco De Bon, sindaco di San Vito di Cadore, e il governatore del Veneto, Luca Zaia. Poi sono partite le iniziative di solidarietà per la famiglia israeliana».
Le verifiche di Airbnb
«Nel giro di poche ore dalla pubblicazione di quell’articolo in Israele, sul mio profilo Airbnb ho ricevuto decine di messaggi di insulti e minacce di morte. C’è stato chi si augurava che fossi io a finire nei forni», racconta l’host. Nel giro di poco tempo, è stato sospeso da Airbnb in attesa di un’indagine per verificare i fatti. Tuttavia, alcuni giorni dopo arrivano le verifiche che confermano la versione dell’host e viene quindi riabilitato alla piattaforma che parla di «un sfortunato errore da parte dell’host». Tutto è bene quel che finisce bene, ma gli strascichi non mancano. «Voglio scusarmi con la comunità ebraica se a causa di questo equivoco si è sentita offesa, ma penso anche di avere diritto a delle scuse per quello che ho subito. Sono stato accusato di essere antisemita e ora su questa non-notizia c’è addirittura un’interrogazione parlamentare», conclude il padrone di casa.
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