Il filosofo Onfray: «In Francia un partito unico anti-Le Pen. È un regime che ha rotto con la democrazia»
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Il filosofo della destra francese Michel Onfray non ha preso benissimo la sconfitta del Rassemblement National alle elezioni legislative in Francia. «È semplicemente inaspettato: nessun sondaggista, nessun politologo, nessun editorialista lo aveva immaginato. Da anni, il Rassemblement National è demonizzato dai rappresentanti del sistema di Maastricht di destra e di sinistra che coprono un ampio spettro e costituiscono un Partito Unico che si è completamente mobilitato contro il RN. Tuttavia, ogni partito unico al potere designa un regime che ha rotto con la democrazia…», dice oggi in un’intervista a La Stampa.
La scommessa persa di Macron
Secondo Onfray Macron ha in ogni caso perso la sua scommessa «perché questa assemblea nazionale risulta ingovernabile: non ha nessuna maggioranza. Jean-Luc Mélenchon si è presentato come il capo naturale del prossimo governo; è lontano dall’essere stato nominato dal capo dello Stato! Emmanuel Macron dovrà sopportare una coabitazione: con chi? Tutti i partiti vogliono che sia uno dei loro: gli Ecologisti, i Socialisti, i Repubblicani, oppure, più discretamente, socialisti che hanno rifiutato l’associazione con il NFP, come Manuel Valls o Bernard Cazeneuve, due dei precedenti primi ministri di Hollande. Dovrà affrontare una coabitazione che lo travolgerà. Si prevedono combattimenti sanguinosi! A meno che non nomini un primo ministro più compatibile con lui, cioè incompatibile con il NFP. Un esempio del caos in arrivo: la France Insoumise vuole abolire la riforma delle pensioni, se uno dei loro è a Matignon e propone questa legge, i macroniani voteranno contro, anche i Repubblicani, lo stesso il Rn, in totale, non sarà possibile. Lo stesso vale per i trasporti gratuiti. E così via».
La Francia e la sovranità
Il filosofo sostiene che «dal 1992, con il trattato di Maastricht, la Francia ha rinunciato alla sua sovranità e segue la politica liberale dello Stato maastrichtiano. Il popolo è sistematicamente il capro espiatorio di questi maastrichtiani di destra e di sinistra: viene insultato, disprezzato, infangato, vilipeso, indottrinato, poi colpito, picchiato, percosso, poi evitato, contravvenuto, poi, con questa politica maastrichtiana, impoverito, indebolito, umiliato, degradato, svalutato, abbassato. Il voto per il Rn è il voto di coloro che non possono più sopportare di essere le vittime di questa politica forte con i forti e debole con i deboli».
Francia razzista?
La sua non è una Francia razzista che odia le minoranze: «No, è una Francia che lavora e vorrebbe vivere del proprio onesto lavoro. Una Francia che non manifesta nelle strade, non dà fuoco ai cassonetti, non distrugge le fermate degli autobus, non saccheggia le banche o i McDonald’s. Che versa contributi e paga tasse, imposte dirette e indirette e che vede le sue contribuzioni indirizzate prioritariamente verso la miseria del mondo, i bisogni dei paesi europei più poveri e le guerre planetarie. Una Francia che non ne può più di vedere la propria polizia umiliata e i delinquenti pavoneggiarsi. Che non ne può più di dover strisciare per attraversare i territori persi della repubblica in pieno giorno. Una Francia che desidera beneficiare di quel diritto umano dimenticato che è la sicurezza, un diritto che si trova sia nella dichiarazione dei diritti dell’uomo che in quella della Cedu e che il Nfp considera come un diritto… di estrema destra!».
Le élite
Mentre «le élite hanno effettivamente sostenuto in gran parte questo progetto per decenni, a lungo attraverso i media sovvenzionati dallo Stato. Queste elezioni hanno appena dato vita al loro mostro…». E quello che succede nel resto del mondo «è ciò che sta accadendo alla Francia da anni, poiché è governata da nani, diciamolo chiaramente, dal dopo De Gaulle, era previsto… La Francia è in corso di disintegrazione, da anni. Niente di nuovo sotto il sole».
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