Francia, il capo dei socialisti Olivier Faure si candida a guidare il governo: «Sono pronto». Così Mélenchon può finire in un angolo

Grandi manovre a sinistra dopo la vittoria alle elezioni. Dentro la France Insoumise faida contro il leader per aprire alle alleanze

Mentre il presidente Emmanuel Macron è in partenza per il vertice della Nato a Washington, a Parigi si comincia a fare sul serio con i negoziati per il post-elezioni. Oggi, martedì 9 luglio, i partiti della coalizione di sinistra del Nuovo Fronte Popolare – veri vincitori del secondo turno – si sono radunati per definire una strategia. Da una parte c’è chi sostiene la linea intransigente di Jean-Luc Mélenchon, leader de La France Insoumise, che invita a non stringere alleanze con i centristi fedeli a Macron e a fare le cose da sé, anche in assenza di una maggioranza assoluta. Dall’altra parte ci sono però le anime più moderate o pragmatiche della coalizione, che non escludono affatto a priori l’idea di cercare alleati anche al di fuori dei confini del Nuovo Fronte Popolare. È il caso di Olivier Faure, segretario del Partito socialista francese, che oggi ha fatto un passo in avanti importante, dicendosi «pronto ad assumere la funzione» di primo ministro. Secondo Pierre Jouvet, vice segretario dello stesso partito, Faure sarebbe «l’unico profilo in grado di rassicurare e diventare primo ministro».


La frattura nel partito di Mélenchon

Proprio mentre i Socialisti tentano la fuga in avanti per ottenere la poltrona di premier, emergono le prime spaccature all’interno del suo partito. Alcuni dissidenti de La France Insoumise avrebbero proposto agli Ecologisti e ai Comunisti – altri due componenti della coalizione di sinistra – di creare un nuovo gruppo parlamentare. Tra i deputati ribelli ci sono alcune figure di primo piano del partito di Mélenchon, tra cui Clémentine Autain, François Ruffin e Alexis Corbière. In una lettera ai vertici dei Verdi e del Partito comunista, i dissidenti annunciano di non voler più far parte del gruppo de La France Insoumise. Una presa di posizione, scrivono i media francesi, che potrebbe essere interpretata come il primo passo verso una trattativa per creare una coalizione con i moderati.


L’appello per tenere Macron a Parigi

Gli ultimi sviluppi delle trattative per il nuovo governo francese sembrano agitare anche i partiti centristi. Al punto che, secondo il quotidiano Le Figaro, alcuni collaboratori di Emmanuel Macron avrebbero cercato di convincere il presidente francese ad annullare il viaggio a Washington per il vertice Nato. Il timore è che, in sua assenza, la sinistra approfitti della situazione per accelerare le trattative e imporsi al governo. «La gauche si metterà d’accordo sul nome di un primo ministro, bisogna organizzarsi per fare fronte», ha confidato un ministro a Le Figaro. Macron non pare comunque considerare con lo stesso peso l’allarme: «L’idea non lo convince, a rinunciare al vertice non ci pensa», spiega il suo entourage.

Foto di copertina: Olivier Faure, segretario del Partito socialista francese (EPA/Mohammed Badra)

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