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Torna «Il Festival di Open – Le sfide del futuro» a Parma: a settembre tre giorni di eventi e dialoghi

09 Luglio 2024 - 16:57 Redazione
Dal 20 al 22 settembre, la seconda edizione dell'evento che punta a esplorare l'attualità e a riflettere sui temi del domani. Ecco chi parteciperà

Il conto alla rovescia è cominciato: dopo il successo della sua prima edizione, il Festival di Open è pronto a tornare. La location, l’entusiasmo e gli obiettivi sono rimasti invariati: l’evento, che avrà luogo ancora una volta a Parma, punterà a esplorare tematiche d’attualità e le sfide del futuro. Ci saranno, però, alcune novità rispetto all’anno scorso. Innanzitutto, al patrocinio del Comune si è aggiunto quello dell’Università di Parma. Inoltre, le date da salvare sul calendario non sono più solo due, ma tre: dal 20 al 22 settembre, dalle 15 di venerdì fino all’intera giornata di domenica. Infine, l’evento si tinge dei colori della città: viola, in onore delle violette di Parma, fiori delicati, dai petali fitti e il colore intenso. Ma anche giallo, la nuance peculiare di molti edifici del posto.

La nuova edizione

Se la line-up definitiva verrà pubblicata nei prossimi giorni, è già possibile lasciarsi andare a qualche anticipazione sugli ospiti. Il 2024, infatti, vedrà la partecipazione di molti personaggi provenienti da tutti i campi: dalla politica agli spettacoli. Ci saranno momenti di riflessione politica, con gli interventi di Carlo Calenda e del commissario europeo Paolo Gentiloni. Gli studenti e le studentesse di Parma dialogheranno sul palco del festival con la ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini e con il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. Grande attenzione verrà dedicata alla giustizia minorile e di comunità, con panel che vedono la partecipazione – tra gli altri – del procuratore di Napoli Nicola Gratteri e del fondatore della comunità Kayros Don Claudio Burgio. Ma anche occasioni per ridere, con Brenda Lodigiani, e per parlare di musica – tra innovazione e censura – con, tra gli altri, la “regina del rap” Paola Zukar e Dargen D’Amico. Non mancheranno gli approfondimenti geopolitici, con il ritorno del direttore della rivista DominoDario Fabbri. Questo è solo l’inizio: il programma completo sarà pubblicato nei prossimi giorni su open.online.

L’edizione del 2023

Occhi dunque puntati sull’evento che si avvicina, ma prendendo il tempo per guardare anche indietro, al bilancio della prima, fortunata edizione. Con 13 eventi a ingresso gratuito, l’evento del giornale fondato da Enrico Mentana e diretto da Franco Bechis ha attirato migliaia di presenze dal vivo, accorse per assistere ai panel che hanno avuto luogo sul palco in Piazza Garibaldi. I contenuti del talk hanno attirato anche l’attenzione della stampa italiana: da Repubblica al Quotidiano Nazionale, passando per il Sole24Ore e il Corriere della Sera. Un successo a cui hanno sicuramente contribuito i 30 ospiti che hanno accettato l’invito a salire sul palco: nomi noti provenienti dal mondo della politica, della cultura e dello spettacolo, che si sono confrontati sulle sfide del futuro, care al target di lettori di Open e alla sua redazione, la più giovane in Italia. E così Ariete e il conduttore radiofonico Carlo Pastore hanno parlato della musica che verrà, mentre Matteo Renzi ha raccontato il suo passato a Palazzo Chigi. L’attrice Chiara Francini ed il filosofo Lorenzo Gasparrini si sono confrontati sulle gabbie dell’identità di genere, mentre Guido Bertolaso (assessore al Welfare della Lombardia e per anni responsabile della Protezione civile) ha incitato ad adottare coraggio e responsabilità nella gestione delle emergenze. Il ministro alla Cultura Gennaro Sangiuliano ha commentato il grande successo di Giorgia Meloni tra le giovani generazioni, ed Elly Schlein ha parlato degli obiettivi per il domani del Paese e del suo partito. Il rapper Ghali ha raccontato delle sue origini, dei quartieri dove «non sente le distinzioni» perché «sia gli italiani che gli stranieri vivono le stesse difficoltà», e il cardinale Zuppi ha messo in chiaro: «Incompatibile dirsi cristiani con il chiudere le porte al diverso».

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