Compiti estivi per scuola, famiglie all’attacco: 4 genitori su 10 sono contrari – Il sondaggio
I compiti per le vacanze sono da sempre un fardello per molti studenti. Ma la battaglia per abolirli (o ridurli) ora sembra coinvolgere anche le famiglie: 4 genitori su 10 si schierano contrari. Secondo quanto emerge da un recente sondaggio di Skuola.net, condotto su un campione di mille alunni di scuole medie e superiori, oltre 8 studenti su 10 hanno ritiene che il carico di lavoro estivo sia eccessivo, con il 23% che lo giudica addirittura infattibile. Matematica e Italiano risultano essere le materie più «esigenti» con la matematica che svetta come l’avversario più consistente per il 38% degli intervistati, seguita dai temi e dalle letture di Italiano per il 23%. Solo il 24% pensa che i compiti siano proporzionati ai giorni di vacanza disponibili. La maggioranza degli studenti (41%) ha completato meno della metà dei compiti, mentre il 40% non li ha ancora iniziati o ha fatto molto poco. Non sono solo gli studenti a lamentarsi. Anche il 40% dei genitori, infatti, condivide questo malcontento: il 12% si oppone del tutto ai compiti estivi, mentre il 27% li accetterebbe solo in misura ridotta.
I compiti in più durante le vacanze
Questa situazione è aggravata dalla crescente abitudine dei docenti di assegnare compiti anche dopo la chiusura delle scuole, grazie all’uso del registro elettronico, e-mail e chat di classe. Circa sei studenti su dieci hanno ricevuto compiti anche dopo l’inizio delle vacanze, con un terzo che li ha ricevuti già a vacanze iniziate. «I compiti per le vacanze estive stanno diventando una tradizione sempre meno sopportata, dagli studenti – sai che novità – ma anche dai loro genitori: tantissime famiglie percepiscono ormai queste assegnazioni non come un’opportunità di crescita culturale per i propri figli ma come una
punizione che ricade su di loro», commenta i dati Daniele Grassucci, a capo di Skuola.net. «Perché, alla fine, la mole di lavoro è tale da dover costringere gli stessi genitori a sobbarcarsi l’onere del tutoraggio filiale. E – conclude – a questo sentimento non contribuisce di certo in positivo il malcostume, sempre più diffuso, di assegnare i compiti a scuole già finite, tramite il registro elettronico».
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