Dall’Italia apprezzamenti per la «missione di pace» di Orban a Mosca: Vannacci e Romeo (Lega) lodano il premier
Freschi di adesione al gruppo europeo dei Patrioti, i leghisti rinsaldano anche con le dichiarazioni l’abbraccio a Viktor Orban. Il premier ungherese, che dal primo luglio regge la presidenza del Consiglio europeo, ha organizzato prima una visita ufficiale a Mosca, senza concordarla con gli altri partner europei, e poi a Pechino per incontrare Xi Jinping. Il tema principale del bilaterale con Vladimir Putin non poteva che essere la guerra in Ucraina. E non è un mistero che l’Ungheria di Orban abbia sempre avuto, sulla vicenda, un approccio “generoso” nei confronti dei russi. Il suo viaggio ha fatto infuriare gli esponenti di diversi Stati membri dell’Unione Europea. Non i leghisti che oggi – 10 luglio – ad Affari Italiani rilasciano encomi per Orban. Per Massimiliano Romeo «molti Paesi europei, anziché stracciarsi le vesti per chi tenta delle mediazioni come sta facendo Orban, dovrebbero lodare certe iniziative. Piaccia o non piaccia bisogna parlare con gli Stati belligeranti se si vuole raggiungere una tregua. Poche sono le guerre che finiscono con la resa incondizionata».
«Sul fronte guerra in Ucraina in senso stretto – aggiunge il capogruppo del Carroccio al Senato – l’Italia potrebbe proporre, come abbiamo detto recentemente in Aula, di essere garante, insieme ai più importanti paesi alleati, della sicurezza e della ricostruzione dell’Ucraina in modo tale da avvicinarci alla pace. Del resto ormai è chiaro che una guerra che nessuno può vincere se non si vuole farla durare all’infinito, con tutte le conseguenze che ciò comporta in termini di morti e di spese per armamenti, l’unica strada può essere solo la diplomazia e la ricerca di una tregua». Allo stesso giornale, l’europarlamentare Roberto Vannacci afferma: «L’atteggiamento verso il conflitto ucraino non cambia e quindi sarà difficile che possa cambiare la situazione che vede le truppe russe attestarsi sempre più solidamente all’interno dei confini ucraini. Tanto più che la cessione di armi all’Ucraina da parte dei paesi dell’Unione ha poca incidenza pratica sulle sorti del conflitto».
«Fino a che non si profonderà ogni sforzo per il raggiungimento di una negoziazione di pace tra Russia e Ucraina continuerà guerra, distruzione, morte e povertà – aggiunge Vannacci -, come peraltro avvenuto in questi ultimi due anni senza alcun risultato tangibile a favore dell’Ucraina. L’Europa pagherà più di ogni altro attore internazionale le conseguenze di questo conflitto. Le recenti visite internazionali di Orban hanno dimostrato che l’Europa può ancora avere un ruolo attivo nella ricerca di questo negoziato di pace. La pace giusta, come chiamata da qualcuno, non esiste nella storia dell’umanità che si è basata solo sulla pace dei vincitori. Il grandissimo rischio è che la ricerca spasmodica e ossessiva di questa pace dei vincitori non ci porti alla catastrofe globale. Un negoziato è sempre più necessario».
Ma non sono solo gli esponenti del partito di Matteo Salvini a “salvare” l’operazione che sta tentando Orban con Mosca. Più tiepidamente, l’azzurra Licia Ronzulli afferma a La7 che «non si è mai visto, e non credo succederà, che rimuoveranno il semestre della presidenza ungherese. Sarebbe uno scenario quasi da attacco di guerra nei confronti di un Paese che fa parte dell’Unione Europea. Quindi Orban è presidente del semestre, ma certo non può mettersi a negoziare da solo». La vicepresidente del Senato, in quota Forza Italia, dice di non essere meravigliata dalle azioni di Orban: «Non mi stupisco se promuove delle trattative che possono portare alla pace. Non ci siamo stupiti delle trattative per esempio di Erdogan, quello che conta è il risultato. Se Orban riesce a portare a casa il risultato e riesce a mettere le parti intorno a un tavolo di trattativa e di negoziazione, va bene. Ma, ribadisco, non può farlo da solo».
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