Copa America, follia sulle tribune dopo Uruguay-Colombia: Darwin Nunez fa a pugni con i tifosi per difendere la famiglia – I video

Un compagno di squadra dell’attaccante del Liverpool ha criticato gli organizzatori che hanno gestito la sicurezza sugli spalti

È finita con una rissa sulle tribune la semifinale di Copa America, giocata al Bank of America Stadium di Charlotte in Carolina del Nord, tra Colombia e Uruguay. I Cafeteros hanno vinto 1-0 con un uomo in meno dalla fine del primo tempo, e giocheranno domenica la finale contro l’Argentina (in Italia saranno le 2 di notte di lunedì 15 luglio). Ma dopo il triplice fischio l’attenzione si è spostata sugli spalti. Non è stata ancora diffusa una versione ufficiale su quanto avvenuto. Stando alle dichiarazioni di protagonisti, è iniziata una rissa tra tifosi colombiani e uruguaiani, nel settore dove erano anche le famiglie dei giocatori della Celeste. Nei video diffusi in rete si vedono alcuni calciatori dell’Uruguay salire sule tribune, tra questi l’attaccante del Liverpool Darwin Nunez che si frappone tra le due fazioni e attacca i tifosi della Colombia a mani nude, colpendone uno e ricevendo anche un colpo al volto. Dai filmati sembrerebbero pochi gli agenti intervenuti nelle immediatezze. Ed è quanto denuncia poi anche José Giménez in un’intervista post-gara, dal campo: «Alcuni tifosi della Colombia, che probabilmente hanno bevuto troppo e non sanno comportarsi, sono andati a valanga contro il settore dove sono le nostre famiglie. È un disastro, le nostre famiglie erano in pericolo. Nell’ultima mezz’ora non si è visto un agente lì, siamo dovuti intervenire noi per difendere i nostri cari. Spero che chi organizza questi eventi sarà più attento in futuro». È arrivato poi anche il comunicato di Conmebol, la confederazione che si occupa di gestire il calcio sudamericano: «Condanniamo fermamente qualsiasi atto di violenza che colpisca il calcio. Il nostro lavoro si basa sulla convinzione che il calcio ci collega e ci unisce attraverso i suoi valori positivi. Non c’è posto per l’intolleranza e la violenza dentro e fuori dal campo».