Perché la Nato invia gli F-16 all’Ucraina: «La Russia può resistere nella guerra per altri 4 anni»
Aerei F16, batterie di difesa come i Samp-T e una «traiettoria irreversibile» verso l’adesione. Il vertice della Nato decide di blindare il sostegno all’Ucraina. E lo fa mentre il presidente degli Stati Uniti Joe Biden avverte che la Russia è «sul piede di guerra» con l’aiuto di Cina, Corea del Nord. Che sostengono lo sforzo bellico di Mosca foraggiando la sua industria degli armamenti. Ma perché la Nato ha deciso il cambio di passo? Secondo gli analisti le armi di precisione finora fornite dall’Occidente a Kiev «non riusciranno a incidere a lungo termine nelle dinamiche del conflitto». Perché «la Russia apprende rapidamente come neutralizzarle o ridurne l’efficacia». In più, Vladimir Putin ha trasformato la macchina produttiva del paese in economia di guerra. Può reclutare migliaia di uomini al mese e riceve armi dagli alleati. Può reggere il conflitto per altri tre o quattro anni.
La Nato, l’Ucraina e la Russia
Anche prima dell’apertura ufficiale dell’incontro a Washington diversi paesi della Nato hanno annunciato di aver iniziato a trasferire gli aerei da combattimento F-16 in Ucraina. Quelli che arrivano da Danimarca e Paesi bassi «voleranno nei cieli ucraini quest’estate», secondo il segretario di Stato americano Antony Blinken. Belgio e Norvegia si sono impegnati a fornire altri dispositivi. Biden ha confermato che gli alleati forniranno all’Ucraina anche un totale di cinque sistemi di difesa aerea aggiuntivi. Tra questi, quattro batterie di tipo Patriot, missili terra-aria particolarmente efficaci nell’intercettare i missili balistici russi. Germania, Paesi Bassi, Romania e Italia sono tra i contributori. «Questo nuovo impegno invia un messaggio inequivocabile al mondo», ha sottolineato il presidente, accogliendo con favore il fatto che 23 paesi sui 32 dell’alleanza dedicheranno ora il 2% del loro Pil alle spese militari.
La traiettoria irreversibile dell’adesione alla Nato
Gli aiuti militari a Kiev raggiungeranno i 40 miliardi di euro l’anno prossimo. L’Italia contribuirà con 1,7 miliardi di dollari. Ma l’Ucraina avrebbe voluto ricevere un invito formale ad aderire all’Alleanza Atlantica. Dovrà però attendere ancora a causa dell’opposizione di diversi paesi. Ma gli alleati sono d’accordo nel riconoscere che il paese di Zelensky si trova su una «traiettoria irreversibile» verso l’adesione, come si legge nel comunicato finale. Sul vertice incombe l’ombra dell’ex presidente Donald Trump. Che si è dimostrato più volte critico nei confronti della Nato. Al vertice è presente anche il primo ministro ungherese Viktor Orban, dopo i suoi recenti viaggi a Mosca e Pechino, che hanno avuto un’accoglienza molto negativa, soprattutto a Washington. Gli F-16 arriveranno in Ucraina in modo contingentato. Il numero complessivo è stimato tra le 70 e le 100 unità.
Gli F-16
I primi dieci arriveranno entro l’estate. E i piloti ucraini dovranno essere formati per utilizzarli. E c’è di più. Una fonte militare che lavora sull’Ucraina da prima dell’inizio del conflitto spiega che attualmente la Russia è superiore nel confronto aria-aria. In più, gli F-16 hanno un allungo offensivo limitato rispetto a quello russo: «A Kiev non saranno forniti i missili di ultima generazione come gli AIM-120 D. Sono pochi e costano tanto. Gli daranno gli C che hanno una gittata minore. Un vantaggio competitivo gli F-16 lo garantiranno invece se impiegati come piattaforma per la difesa aerea contro missili da crociera o droni, o come supporto e per azioni volte a colpire obiettivi a terra attraverso lancio di missili tipo Storm Shadow».
C’è infine l’ipotesi che la Polonia colpisca i missili in arrivo verso il suo territorio già nello spazio aereo ucraino. «Potrebbe significare che Varsavia si impegna a creare uno scudo aereo nell’ovest dell’Ucraina, garantendo la sicurezza di quegli aeroporti dove saranno posizionati gli F-16», conclude la fonte.
La guerra tecnologica della Russia
Una serie di analisi militari degli ultimi mesi rivela anche che i russi hanno imparato a rendere inefficaci le armi a guida satellitare. Al momento, solo alcuni dei sistemi forniti più recentemente, come i missili balistici Atacms e i missili da crociera Storm Shadow, consegnati all’Ucraina dal Regno Unito, sono stati utilizzati con successo per attacchi di alto profilo in Crimea. Danneggiando principalmente basi aeree e batterie dei sistemi di difesa aerea russi S-400. Il Wall Street Journal scrive che è però probabile che anche queste armi possano perdere efficacia nei prossimi mesi. Costringendo così la Nato a una rincorsa agli armamenti. In più, spiega La Stampa, Mosca ha la possibilità di reggere il conflitto anche per altri tre o quattro anni. Perché riceve armi, munizioni e droni da Iran e Corea del Nord. Non ha problemi di reclutamento nell’esercito. E la sua economia sta reggendo alle sanzioni.
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