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Perché Oms e Iarc dicono che il talco è “probabilmente” cancerogeno: «Rischio tumore alle ovaie»

11 Luglio 2024 - 07:08 Alba Romano
talco tumore cancro ovaie oms iarc
talco tumore cancro ovaie oms iarc
Si usa in cipria, fondotinta, ombretti e polveri per l'igiene intima del corpo. La ricerca su Lancet Oncology

Il talco è «probabilmente cancerogeno». L’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc), che fa parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha rivalutato i dati disponibili e le ricerche. E ha messo il minerale usato in numerosi prodotti di bellezza nel gruppo dei probabili cancerogeni (2A), spostandolo da quello dei possibili cancerogeni. E quindi mettendolo in una posizione appena sotto a quella dei cancerogeni accertati. Ora il talco si trova nello stesso gruppo della carne rossa, della frittura ad alte temperature e delle bevande molte calde. Perché esistono prove – limitate negli esseri umani, ma sufficienti negli animali da laboratorio – a sostegno del fatto che possa causare tumori. In particolare alle ovaie.

Le ricerche

Il talco si usa in cipria, fondotinta, ombretti e polveri per l’igiene intima del corpo. La nuova valutazione, racconta oggi Repubblica, è il risultato di un lavoro pubblicato sulla rivista Lancet Oncology da 29 scienziati di 13 paesi. «Numerosi studi hanno dimostrato un aumento dell’incidenza del cancro alle ovaie negli esseri mani che hanno utilizzato il talco nella regione perineale», spiega l’agenzia dell’Oms in una nota. La classificazione di «probabile cancerogeno» però «è un’espressione ambigua che è legata all’incertezza dei dati clinici sull’uomo, mentre dai dati sugli animali e da quelli preclinici emerge con chiarezza che si tratta di un cancerogeno», spiega al quotidiano Domenica Lorusso, direttore della Ginecologia oncologica di Humanitas San Pio X di Milano e ordinario di Ostetricia e ginecologia.

Ma il talco non provoca sempre il cancro

Va però detto che il talco non provoca sempre il cancro. Le probabilità di svilupparlo dipendono da diversi fattori, come la quantità, la durata dell’esposizione e la presenza di altre sostanze chimiche. «Visto che si tratta di un prodotto cosmetico se ne può fare tranquillamente a meno. Meglio non usarlo sui neonati ma nemmeno sugli adulti perché, anche se ancora non ci sono certezze, l’ipotesi scientifica è che la polvere di talco possa diffondersi dagli organi genitali esterni a quelli interni come ovaio ed endometrio causando infiammazioni di lunga durata che, a loro volta, stimolano la formazione di un tumore», conclude Lorusso.

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