La storia di Leopoldo, il vigilante cardiopatico dell’università che dorme in auto: «Così vivo da miserabile»

La replica dell’ateneo: «Il contratto non dipende da noi»

Si chiama Leopoldo Socche, lavora come vigilante all’Università di Padova, ha 64 anni e dorme in auto. Guadagna uno stipendio base di 800 euro che, grazie agli straordinari di cui si carica quotidianamente, riesce ad arrivare anche a 1200 euro. Divorziato da un’ex moglie a cui deve fornire un assegno di mantenimento di 400 euro, ha due figli, di cui uno disabile. Dorme nella sua Fiat 4×4, non proprio una passeggiata, in particolar modo in questi giorni di caldo intenso, a cui si aggiunge, talvolta, il comportamento poco rispettoso di alcuni studenti. «Mi hanno svegliato diverse volte, non c’è rispetto e questo mi rende ancora più difficile la vita», racconta Leopoldo al Corriere della Sera.


Il racconto

«Lavoro per conto di Civis all’Università di Padova dal 2020, prima ero stato dirottato in epoca Covid all’ospedale di Cittadella. Quando mi sono separato sono cominciati i problemi, perché con grande fatica ho trovato un piccolo monolocale di 15 metri quadri», prosegue a colloquio con Dimitri Canello. E qui sono iniziati i problemi. «I conti sono presto fatti. 680 euro di affitto intestato a me, 400 di mantenimento, più la benzina per spostarmi dalla provincia alla città. Ho sforato il budget che avevo, non ho neppure i soldi per mangiare e l’amico che mi aveva affittato un magazzino dove alloggiavo dopo qualche mese mi ha comunicato che non poteva più tenermi dentro». Per un po’ di tempo, è riuscito a ricevere l’aiuto della Caritas. Poi ha chiesto aiuto ai Servizi sociali, ma non ha ottenuto alcunché. Stesso esito anche la richiesta di aiuto al Comune di Padova.


Gli aiuti

«Faccio una vita da miserabile», chiosa Leopoldo, che ha anche aperto una pagina Facebook chiamata Associazione per la tutela dei diritti degli italiani. «Cerco di far conoscere la mia storia – racconta – e sto raccogliendo donazioni per andare avanti. In questo momento non so cosa accadrà e che ne sarà della mia vita. Sono cardiopatico, quattro anni fa ho avuto un infarto e ho due stent coronarici. Spero che qualcuno mi aiuti», conclude. Nel frattempo, sta ricevendo il supporto del sindacato Adl Cobas. Quanto all’università, invece, l’unica risposta è stata: «Abbiamo un contratto d’appalto con Civis e non possiamo controllare le condizioni dei suoi dipendenti. Ci dispiace e ci auguriamo per il signor Socche che venga presto trovata una soluzione».

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