La Commissione Ue accusa Musk, i dubbi sugli account verificati, pubblicità e scarsa trasparenza su X: «Così viola le regole»

L’indagine Ue sulla scarsa trasparenza sulla pubblicità del social di Elon Musk e i meccanismi per ottenere un account verificato

Interfaccia ingannevole, poca trasparenza sulla pubblicità e accesso insufficiente ai dati per i ricercatori. Queste le accuse rivolte dalla Commissione europea a X, la piattaforma social un tempo nota come Twitter, che starebbe violando le regole Ue del Digital Services Act (Dsa). I risultati dell’indagine aperte nei mesi scorsi nei confronti del social di proprietà di Elon Musk sono stati inviati a X, affinché la società possa difendersi dalle accuse. «A nostro avviso, X non rispetta la legge sui servizi digitali nei settori chiave della trasparenza, utilizzando modelli oscuri e quindi fuorviando gli utenti», ha commentato Margrethe Vestager, commissaria Ue alla Concorrenza.


Gli account verificati

Il parere pubblicato dalla Commissione europea si concentra su tre aspetti problematici della piattaforma social di Elon Musk. Il primo ha a che fare con gli account verificati e il marchio blu. «Poiché – spiega l’esecutivo Ue – chiunque può abbonarsi per ottenere tale status “verificato”, ciò incide negativamente sulla capacità degli utenti di prendere decisioni libere e informate in merito all’autenticità degli account e ai contenuti con cui interagiscono».


Pubblicità e accesso ai dati

Gli altri due difetti riscontrati da Bruxelles nel corso dell’indagine riguardano la scarsa trasparenza in materia di pubblicità e il negato accesso ai dati pubblici. Per quanto riguarda la pubblicità, la Commissione europea accusa X di non avere «un archivio pubblicitario consultabile e affidabile», il che ostacola le necessarie attività di vigilanza. Quando ai dati pubblici, le nuove regole europee obbligano le piattaforme a concedere ai ricercatori l’accesso ai dati. X, invece, non si è mai adeguata a questa norma.

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