I tre figli della «Torino bene» sorpresi con 60 chili di droga in un loft affittato su Booking
Sono tutti figli della «Torino bene» i tre giovani arrestati nei giorni scorsi nel capoluogo piemontese con l’accusa di traffico di stupefacenti. Si tratta di Roberto Turcan, 22 anni, Daniele Costantino Anica, 22 anni, e Damiano Calvo, 25 anni. I tre amici sono finiti in manette dopo essere stati colti in flagranza di reato dai carabinieri, che il 2 luglio scorso hanno assistito a una vendita di sostanze stupefacenti nel parcheggio di un Penny Market. I tre indagati, scrive la gip Giorgia De Palma nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere, «hanno consistenti possibilità economiche». E infatti, scrive oggi Elisa Sola su La Stampa, uno dei tre arrestati è figlio di un imprenditore, mentre un altro è un giovane erede che finora ha vissuto di rendita.
Il loft affittato su Booking
Due dei tre indagati, scrive sempre La Stampa, vivono a casa con i genitori. Eppure, i tre sono riusciti ad affittare un loft su Booking dedicato esclusivamente allo smercio di droga. Nel locale di via Pianezza gli agenti della Squadra Mobile hanno trovato mezzo milione di euro di stupefacenti: 40 chili di hashish, 21 di marijuana, alcuni grammi di cocaina e confezioni di sigarette elettroniche che di ricaricano con liquido a base di Thc.
Le chat su Telegram
La giudice sottolinea che «il quantitativo di sostanza non può essere frutto di un’attività alle prime armi, ma potrebbe postulare contratti ben radicati». Eppure, secondo gli inquirenti, i tre amici non farebbero parte di associazioni a delinquere. Avrebbero comprato tutto grazie ai soldi di famiglia. «La droga la ordiniamo su Telegram», hanno spiegato gli indagati, secondo quanto riportato dalla Stampa. Il meccanismo è il seguente: «Ci sono gruppi dedicati, in cui si entra mostrando la carta d’identità. Dopo vieni contattato da qualcuno che ti manda un menù su Instagram con le sostanze».
L’arresto
E ancora: «Tu scegli e dopo un po’ un’altra persona ti consegna a domicilio la droga. Danno appuntamenti in posti diversi: per strada o al parcheggio del supermercato». Ed è proprio nel parcheggio di un supermercato che si è conclusa l’attività dei tre amici della Torino bene, colti in flagrante dagli agenti della Squadra Mobile. «Negli ultimi giorni siamo andati in ansia perché ci sentivamo seguiti», hanno ammesso i tre indagati.
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