Le eruzioni delle ultime settimane hanno fatto crescere l’Etna di 107 metri in meno di un mese

La rivelazione dei droni dell’Ingv dopo la fase eruttiva iniziata lo scorso 14 giugno

Era già il più grande vulcano attivo d’Europa e ora sta diventando sempre più altro. Gli ultimi rilievi dell’Ingv (l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) hanno rivelato che l’Etna ha raggiunto l’altezza record di 3.369 metri. Tutto merito di una nuova “vetta”, che si è creata in seguito all’emissione di piccole colate di lava dopo la fase eruttiva iniziata lo scorso 14 giugno. Dopo tre anni di relativa tranquillità, il cratere centrale «Voragine» si è risvegliato, come dimostrato anche dalle spettacolari immagini registrate da Catania e dintorni.


La nuova fase eruttiva

L’attività eruttiva si è intensificata a partire dal 28 giugno, quando – scrive l’Ingv-Osservatorio etneo – «si è aggiunta anche l’emissione di piccole colate di lava che si sono riversate nell’adiacente cratere Bocca Nuova». Il risveglio dell’Etna ha prodotto nubi di fumo estese per parecchi chilometri, ma anche fatto crescere il cratere Voragine, che in meno di un mese ha superato il record di altitudine (3.347 metri) raggiunto nel 2021 dal cratere di Sud-Est. A risultare fondamentale per lo slancio verso l’alto del vulcano è stato il parossismo del 4 luglio, durato oltre 7 ore. I rilievi dell’Ingv hanno accertato un innalzamento del cratere Voragine di 107 metri rispetto al mese precedente, prima che iniziasse la nuova fase eruttiva.


Il nuovo volto dell’Etna

Come tutti i vulcani, anche l’Etna è un organismo in continua trasformazione. L’energia che sprigiona con le sue eruzioni, i suoi parossismi e le sue fontane di lava contribuisce a ciò che viene definito «mutamento eracliteo». In altre parole, il magma scorre e muta la forma del vulcano. L’attività delle scorse settimane ha cambiato per l’ennesima volta il volto dell’Etna, pur senza causare danni a persone e cose. L’unica conseguenza spiacevole con cui hanno dovuto fare i conti i cittadini dei comuni limitrofi è stata la ricaduta della cenere vulcanica.

In copertina: L’Etna durante una fase di attività esplosiva, 7 luglio 2024 (ANSA/Orietta Scardino)

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