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Il M5s di Giuseppe Conte è diventato milionario nel 2023. Bilancio in super utile grazie al primo finanziamento pubblico

12 Luglio 2024 - 20:15 Franco Bechis
Il partito fondato da Giuseppe Grillo aveva sempre rifiutato i soldi dello Stato, che nel 2023 per la prima volta ha accettato con il 2 per mille Irpef

Il Movimento 5 stelle è diventato per la prima volta nella sua storia milionario. Il partito guidato da Giuseppe Conte ha infatti chiuso il bilancio 2023 con un avanzo di amministrazione (l’utile nelle società per azioni) di poco inferiore ai 2 milioni di euro, e precisamente di 1.952.196 euro, risultato di 15 volte superiore all’avanzo di 126.120 euro registrato nel 2022. L’anno dell’oro è confermato anche dalle disponibilità liquide depositate sui conti del M5s: 9,1 milioni di euro di cui 5,1 accantonati su un conto corrente di Intesa San Paolo destinato alle devoluzioni verso la società civile (al netto del milione di euro già versato a favore della popolazione della Emilia-Romagna colpita dall’alluvione del maggio 2023).

La svolta copernicana di Conte sul finanziamento pubblico

La svolta che ha reso ricco il partito guidato da Conte ha un solo nome: il 2 per mille dell’Irpef. Dopo grandi dibattiti interni, infatti, il M5s ha deciso solo a partire dal 2023 la prima forma di finanziamento pubblico che nella sua storia era sempre stata tabù. Il 2 per mille, infatti, è pagato con fondi dello Stato sia pure su indicazione dei singoli contribuenti: non finissero al M5s o agli altri partiti che ne sono beneficiari, quei soldi resterebbero nel capitolo dell’Irpef incassata e sarebbero usati per pagare la sanità, le pensioni e i servizi pubblici. Il tesoriere del M5s, Claudio Cominardi, riconosce con sincerità che l’ottimo risultato di bilancio è «dovuto quasi interamente dalla contribuzione dello Stato derivante dalla destinazione del due per mille Irpef, provento che rappresenta una novità per l’Associazione».

Nonostante il leader avvocato, il M5s ha perso 385 mila euro in cause legali

Qualche problemino è arrivato invece nel 2023 dalle spese legali e dai risarcimenti che anche se ha per leader un avvocato il Movimento 5 stelle ha dovuto pagare dopo avere perso i relativi contenziosi. Se ne sono andate per questo motivo 385.363,77 euro che hanno prosciugato buona parte dell’accantonamento a fondo rischi che era stato appostato in bilancio (500 mila euro). Prudenzialmente nel corso dell’esercizio qui 385 mila euro sono stati rifinanziati nel fondo rischi, segno che le cause non sono finite e qualche contraccolpo potrebbe arrivare anche durante il 2024.

La precisazione del M5s

«Nell’articolo pubblicato su Open viene data un’informazione sulle spese legali sostenute dal M5S nel 2023. Il dato è stato preso dalla Nota integrativa nel commento al “Fondo Rischi per spese legali e risarcimenti” fornendo però una interpretazione non corretta. In merito si precisa che rispetto all’anno precedente, il fondo rischi è stato abbassato di 100.000 a dimostrazione che la situazione dei contenziosi è in netto miglioramento, pur mantenendo un approccio prudenziale. Si tratta di contenziosi che si trascinano dalle gestioni precedenti e di spese legali maturate in passato. Non si segnalano nuovi contenziosi in questa nuova gestione e gli appostamenti a bilancio del fondo rischi sono stati decisi per ragioni prudenziali e seguono i criteri di una corretta e virtuosa gestione finanziaria».

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