Dentro il nascondiglio di Giacomo Bozzoli, come voleva sfuggire alla cattura. In cella sotto shock: sorvegliato a vista – Il video

Prima notte in carcere per l’imprenditore 39enne, condannato all’ergastolo per l’omicidio dello zio e arrestato dopo 10 giorni di latitanza

La scorsa notte, quella tra giovedì 11 e venerdì 12 luglio, è stata la prima trascorsa in carcere per Giacomo Bozzoli, l’imprenditore condannato all’ergastolo per l’omicidio dello zio e arrestato dopo dieci giorni di latitanza. Nell’istituto penitenziario di Cantù Mombello, il 39enne è stato collocato in una cella sorvegliata a vista e non, come avviene solitamente, nello spazio dedicato ai nuovi arrivati. Una scelta tutt’altro che casuale, presa dopo l’immatricolazione e la visita medica. Bozzoli è stato descritto come «sotto shock» e la scelta di predisporre un agente per tutta la notte sarebbe stata dettata dal pericolo che il 39enne potesse compiere atti autolesionistici.


La latitanza e il blitz

Dopo l’arresto, Bozzoli avrebbe raccontato di voler scrivere una lettera agli avvocati, alla famiglia e ai magistrati per professarsi ancora una volta innocente in merito all’omicidio dello zio Mario. La svolta nelle indagini è arrivata nella mattinata di ieri, giovedì 11 luglio, quando alle 5:30 della mattina Bozzoli è stato intercettato e la Procura ha disposto un blitz in tutte le abitazioni della famiglia in provincia di Brescia. Dopo la prima perquisizione a vuoto, l’imprenditore è stato trovato dai carabinieri nel cassone di un letto matrimoniale nella villa di Soiano del lago. I militari hanno condiviso un breve video dell’operazione in cui si vede il luogo esatto dove Bozzoli si era nascosto. Oggi non si è svolto l’interrogatorio con il magistrato. Gli inquirenti potrebbero sentirlo nei prossimi giorni per capire cosa abbia fatto nella sua latitanza di quasi due settimane.


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