Marco Pantani silurato dal Giro d’Italia dalla camorra? Dopo 25 anni riaperte le indagini: le scommesse, l’antidoping e il ruolo di Vallanzasca

La procura di Trento torna a indagare sul caso della presunta provetta manomessa al Giro del ’99, inizio della fine della carriera del Pirata

La Procura di Trento ha riaperto le indagini sul caso dell’esclusione di Marco Pantani dal Giro d’Italia del 1999, inizio della fine della sua carriera ciclistica. Lo rivela oggi l’Ansa, anche se il fascicolo sarebbe stato riaperto già da molti mesi. Le indagini affidate alla pm Patrizia Foiera, nello specifico, dovranno far luce in particolare sul presunto giro di scommesse clandestine riconducibili alla camorra su una clamorosa esclusione di Pantani dal Giro di quell’anno. C’era quel business dietro alla presunta manomissione della provetta di sangue del Pirata su cui fu misurato un valore di ematocrito superiore ai limiti consentiti dal regolamento? La vicenda era già emersa negli anni passati, e a parlarne in particolare era stato uno dei più temuti criminali italiani degli ultimi decenni, Renato Vallanzasca. «Renà, hai visto? A Marco l’hanno fatto fuori… ò doping! Hai visto che avevo ragione io?», avrebbe detto al plurieragstolano un altro detenuto del carcere di Novara quel 5 giugno 1999. Fatti già riportati dai giornalisti Davide De Zan ed Enzo Vicennati, e poi anche dalla relazione sul caso stilata dalla Commissione parlamentare Antimafia a dicembre 2022. Proprio quelle conclusioni, a quanto pare, hanno spinto la Dda di Trento a riaprire le indagini sul caso, archiviato nel 2016 dalla procura di Forlì. La pm ha già sentito a quanto risulta parecchie persone, e ieri mattina si sarebbe recata in carcere per interrogare Vallanzasca. Il quale però versa orma in condizioni di salute precarie e non sarebbe stato in grado di rispondere alle domande rivoltegli.


Il j’accuse della Commissione Antimafia (anche sulla morte del Pirata)

Con la relazione del dicembre 2022 la Commissione Antimafia – allora guidata da Nicola Morra – accertò come nei controlli antidoping a margine di quella tappa del Giro d’Italia del ’99, a Madonna di Campiglio, vi furono «diverse e gravi violazioni delle regole» e «numerose anomalie» nell’applicazione dei protocolli. La Commissione avvalorò dunque esplicitamente la pista della manomissione della provetta di Pantani. «Contrariamente a quanto affermato in sede giudiziaria, l’ipotesi della manomissione del campione ematico, oltre che fornire una valida spiegazione scientifica agli esiti degli esami ematologici, risulta compatibile con il dato temporale accertato dall’inchiesta della Commissione: collocando correttamente l’orario del prelievo a Marco Pantani alle ore 7.46, quindi più di un’ora prima rispetto a quanto sino ad oggi ritenuto, risulta possibile un intervento di manipolazione della provetta», si legge nel documento. Che ricordava le pesanti ombre sul possibile ruolo svolto dalla camorra, alla luce delle rivelazioni di diversi carcerati e di Vallanzasca sul giro di scommesse clandestine delle precedenti settimane. Non solo, la Commissione puntò il dito pure sulle anomalie nelle indagini seguite qualche anno dopo alla morte del Pirata: che avrebbero escluso con un po’ troppa fretta e leggerezza l’ipotesi di un omicidio più o meno “pilotato”, piuttosto che di un’overdose di farmaci e altre sostanze “auto-prodotta” dal campione di Cesena. Ora, come auspicato dall’organo parlamentare e da sempre la famiglia e gli amici di Pantani, si sono riaperte le indagini: al momento a modello 44, ossia senza titolo di reato e senza indagati.


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