Salvini: «La storia di Trump mi ricorda quella di Berlusconi». Governo diviso? «Solo in Europa»

Il vicepremier assicura che il governo Meloni durerà cinque anni, nonostante «le posizioni diverse in Europa». E sull’immigrazione insiste: «Il futuro dell’Italia sono gli immigrati di cultura islamica»

Matteo Salvini ribadisce il sostegno a Donald Trump nelle presidenziali Usa, critica le nomine per i top jobs ai vertici delle istituzioni europee e rilancia la sua propaganda sull’immigrazione. Tutto ciò in una lunga intervista a Italia Report Usa. Il vicepremier leghista si lancia in un paragone tra il tycoon candidato per la Casa Bianca e Silvio Berlusconi: «Nelle scorse ore, ho firmato l’intitolazione di un aeroporto importante come l’aeroporto di Milano Malpensa. Berlusconi per 30 anni è stato indagato, processato, perseguitato politicamente da certa stampa e da certa magistratura».


Il parallelismo tra Berlusconi e Trump

Una storia, osserva Salvini, «che ricorda ciò che sta subendo Trump in vari processi. La sinistra è uguale in tutto il mondo, è uguale a Washington, a Parigi, a Roma. Se perde le elezioni prova a vincerle in tribunale o in televisione. Io – aggiunge – ho un processo che avrà la sentenza di primo grado a ottobre e rischio una condanna fino a 15 anni di carcere perché ho bloccato, come promesso, gli sbarchi dei migranti clandestini nel mio Paese. E invece di mandare a processo le associazioni private straniere che traghettavano migliaia di persone nel nostro Paese sono a processo io per sequestro di persona. Surreale. Ma queste navi potevano andare ovunque e invece volevano venire solo qui in Italia. Ma io non sono preoccupato».


Il pallino dell’immigrazione

La questione migratoria si ripresenta in più parti dell’intervista. Come quella in cui il segretario del Carroccio parla del futuro dell’Italia. Se i giovani italiani «vogliono andare a farsi un’esperienza di studio o di lavoro all’estero bene», ma non devono «essere costretti» ad andarsene «perché qui non trovano lavoro». E aggiunge: «Il futuro dell’Italia non sono gli immigrati spesso di cultura islamica che arrivano per imporre il loro modo di essere, ma quello di accogliere gli immigrati regolari e per bene che sono una ricchezza e di permettere anche il rientro di tanti italiani». Guardando di nuovo all’altro lato dell’Atlantico, Salvini ribadisce «la speranza di una vittoria Repubblicana».

L’allineamento tra Lega e Repubblicani

Con le idee di Trump, afferma il vicepremier italiano, c’è condivisione «sui temi della famiglia, della sicurezza, della lotta all’immigrazione clandestina e per il contrasto ai fanatismi: quello islamico e lo strapotere cinese». Soprattutto, però, «il tema della pace che le amministrazioni repubblicane nella storia hanno sempre accompagnato. Ricordiamo i patti di Abramo stretti da Trump in un territorio deflagrato come il Medio Oriente senza pensare a quello che sta accadendo tra Russia e Ucraina con tutti i morti conseguenti». Salvini racconta anche di aver sentito Trump, recentemente, al telefono. E conclude augurandosi la vittoria dei Repubblicani anche per porre fine a «questa sbornia pseudo-green tra Bruxelles e Washington porta vantaggi solo alla Cina».

«Il governo durerà per tutti e cinque gli anni»

Il vicepremier dell’esecutivo italiano assicura che, nonostante le divisioni in Europa, la maggioranza di centrodestra resterà al governo per tutta la durata della legislatura. «Questo è un governo che gli italiani si sono scelti e che andrà avanti per tutti e cinque gli anni. Noi eravamo già su posizioni diverse in Europa prima. E continuiamo ad esserlo anche ora. C’è una parte del governo che sostiene il bis di Ursula von der Leyen. Ma i danni che ha fatto la Commissione uscente per noi sono gravi e non possiamo sostenerla. Per quanto riguarda il governo, hic manebimus optime e per cinque anni continueremo a governare». A proposito di Unione europea, Salvini sostiene che «le dinamiche di potere di Bruxelles cercano di ignorare il voto – che c’è stato per il Parlamento europeo -, facendo finta che non abbiano votato italiani, francesi, tedeschi spagnoli per il cambiamento. Ma la Lega fa parte di quello che è diventato il terzo gruppo del Parlamento europeo, quello dei Patrioti, e sarà determinante per non tornare indietro».

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