Sara Cosenza prometteva di guarire la vista con un approccio «olistico e innovativo»: a processo
Esercizio abusivo della professione medica. È uno dei capi di accusa a cui andrebbe incontro Sara Cosenza, presunta «guaritrice» della vista che insegnerebbe ai suoi clienti a «liberarsi di lenti e occhiali». Come? Bisogna pagare per ricevere le dritte della sedicente «eye trainer» e fondatrice di tale «metodo L.U.C.E.». La grammatica del suo sito web è la stessa di tanti guru digitali che promettono risultati incredibili in ogni campo, previo pagamento dei loro corsi online. La 28enne che vive in provincia di Bergamo, comunque, garantisce di aver «già aiutato più di 720 persone» con il suo approccio «olistico e innovativo». A suo carico, la pubblico ministero Raffaella Latorraca ha firmato il decreto di citazione a giudizio.
La persona offesa
Come «persona offesa» dall’attività di Cosenza è stata individuata la Soi – Società oftalmologica italiana -, ente che rappresenta settemila oculisti. Nello storytelling che fa di sé online, Cosenza si mostra in foto con gli occhiali. Poi, scrive, «un giorno incontrai una persona che mi parlò di vere soluzioni. Soluzioni che permettevano di migliorare la vista. Seppur scettica, cominciai ad approfondire e dopo aver appreso varie tecniche, tra l’altro anche naturali, mi accorsi che la mia vista stava effettivamente migliorando». Adesso, dopo aver ricevuto questi insegnamenti, la «guaritrice» palesa l’intento di mettere a disposizione degli altri le sue conoscenze. «Aiutando a reagire agli stimoli», ad esempio. «Il metodo L.U.C.E. aiuta persone che hanno: miopia, astigmatismo, ipermetropia o presbiopia, occhi secchi, stanchi, irritati, mosche volanti, ipersensibilità alla luce, visione centralizzata e periferica poco sviluppate».
Il versamento di 2.400 euro
Per ottenere questi rimedi, un cliente di Ostia ha versato oltre 2.400 euro a Cosenza, lamentando di non aver ricevuto alcun beneficio. Così la Soi, con l’avvocato Riccardo Salomone, ha presentato una nuova denuncia alla procura di Roma. Matteo Piovella, presidente della Soi, ha dichiarato: «Non vi è alcun fondamento scientifico che possa suffragare la validità delle tecniche proposte. Ma è certamente pericoloso indurre i cittadini a rinunciare alla cura delle patologie dell’occhio convincendoli ad affidarsi a simili pratiche».
Foto in copertina: saracosenza.com | Sara Cosenza