Indagato per epidemia Ennio Caggiano, il medico no vax: alcuni suoi pazienti sono finiti in ospedale con l’epatite C
Quando all’ospedale di Dolo, in provincia di Venezia, si sono presentate decine di persone con il virus dell’epatite C, il personale sanitario si è insospettito. Soprattutto perché c’era una coincidenza che legava quei pazienti: si erano tutti sottoposti alle cure dello stesso medico. Così è scattata una segnalazione alle autorità, sfociata poi in un’inchiesta che vede indagato per epidemia Ennio Caggiano. L’ex medico di base in pensione, che ora opera in regime libero professionale, è diventato molto conosciuto negli anni del Coronavirus per le sue posizioni no vax. È stato anche sospeso dall’ordine, ma in molti continuano a rivolgersi a lui per le cure più svariate.
Le persone colpite dall’epatite C, una volta raggiunto l’ospedale, hanno raccontato al personale sanitario di aver eseguito una procedura di autotrasfusione. Lo riporta il Gazzettino. Pare che il dottor Caggiano facesse prelevare del sangue dai suoi pazienti, lo mescolasse con altre sostanze – sembrerebbe delle vitamine – e lo iniettasse di nuovo. La procura di Venezia ha aperto un’inchiesta con l’ipotesi di epidemia e per la presunta violazione della norma speciale che regola le trasfusioni.
I carabinieri del Nas hanno perquisito l’ambulatorio del medico e hanno raccolto la deposizione di numerosi pazienti. Nessuno di loro sembra intenzionato a sporgere denuncia. Il reato di epidemia, ad ogni modo, è perseguibile d’ufficio. «Il mio assistito è dispiaciuto per quanto accaduto ai suoi pazienti, ma è sereno e si è messo a completa disposizione degli inquirenti – ha dichiarato il suo avvocato -. La Asl ha fatto il suo dovere nel fare la segnalazione di fronte a tanti casi di questo tipo». Il legale ha precisato che tutte «le attività depurative si sono svolte con rigore e prudenza, in ambiente asettico: vogliano capire anche noi cosa è accaduto».
Foto di copertina: Pixabay | Tatiana
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