Leopoldo Mastelloni, il secondo tentativo sulla Bacchelli: «Non esco più e il frigo è vuoto»

L’attore, in un’intervista al Corriere, dice anche di aver pensato al suicidio, ma di essere stato salvato «o dalla vigliaccheria o dalla fede»

Poco prima di compiere 79 anni, Leopoldo Mastelloni si è appellato al ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano affinché gli fosse riconosciuto il vitalizio per gli artisti indigenti. «Non pensavo che la mia vecchiaia sarebbe stata così terrorizzante. Davanti vedo l’abisso» aveva scritto l’attore napoletano, chiedendo al governo di concedergli i benefici della legge Bacchelli. Oggi – 14 luglio -, al Corriere, Mastelloni torna a parlare della sua fragilità economica. E dei pensieri suicidi che l’hanno raggiunto: «Non mi ammazzo perché, con la fortuna che ho, se mi butto di sotto resto sciancato. Se mi avveleno, con la lavanda gastrica mi riacchiappano, però mi bucano lo stomaco». E, battute a parte, l’attore spiega di essere stato salvato «dalla vigliaccheria o dalla fede, chi lo sa. Perché io credo, prego e non voglio andare all’inferno».


I benefici della legge Bacchelli erano stati cercati da Mastelloni già all’età di 70 anni. «Mi risposero di no. Mi dissero: “Lei non è artista di chiara fama”. Ma nella lista dei 21 nomi prescelti non conoscevo nessuno, a parte Lara Saint Paul, la cantante». Adesso, l’attore prende circa 1.200 euro di pensione, che non bastano «a pagare affitto e bollette». Dice che avrebbe bisogno di lavorare, ma è stato «depennato, cancellato dal teatro». Quando la giornalista del Corriere gli fa notare che tanta gente riesce a vivere con quella stessa cifra, Mastelloni replica: «Lo so. Ma io non ci arrivo. Sto da amici e la casa è in centro, qui a Roma, però i soldi servono tutti per l’affitto, non posso andare sotto ai ponti. A volte aspettano, ma non sono mica San Giuseppe e la Madonna, non mi ospitano gratis. Vivo solo, non ho amanti, però col mercato libero mi è arrivata una bolletta della luce da 1.800 euro, ho dovuto pagarla per forza, mi hanno staccato la corrente».


Il frigo, continua Mastelloni, è sempre vuoto: «Un chilo di pesche costa 8 euro, la pasta è arrivata a 2 euro. Anni fa facevo Di tasca nostra su Rai 2, me ne intendo e sto attento». Così, anche se è consapevole che non sia il massimo per la sua salute, è arrivato a nutrirsi con «un panino a pranzo e uno a cena». Nonostante in passato, ammette, ha guadagnato tanto, «però ho sempre investito nel teatro, non in golfini di cachemire. Ora in scena ci mettono un tavolo, due sedie e una lampadina e due attori che leggono dal leggio, che tristezza, nei miei spettacoli c’erano luci, costumi, scenografie». Ad ogni modo, Mastelloni si è dato, come impegno, quello di non essere triste. Sostiene di non avere paura della morte. Anzi: «La desidero. Ma senza soffrire e senza andare all’inferno, sennò mi sarei già ammazzato».

L’abisso a cui faceva riferimento nell’appello al governo ha a che fare, spiega, con una sorta di depressione: «Non ho vergogna di dirlo. Sto a letto per ore, non esco, cerco di non incontrare gente». Gli amici veri? «Sono tutti morti». La famiglia aristocratica da cui proviene – lui stesso è marchese di Capograssi e duca di Castelvenere – non può aiutarlo? «Queste sono stronzate, vivevamo in aristocratica povertà, col pantalone sdrucito, c’era la guerra, le bombe cadevamo pure su di noi». Nemmeno suo fratello e le sorelle lo aiutano, poiché «abbiamo avuto un’educazione particolare, ognuno deve cavarsela da solo». Mastelloni, nella fotografia dei suoi 79 anni, dice anche di non essersi mai innamorato di un’altra persona. Piuttosto, «ho amato il teatro, leggere, scrivere, recitare. Ho amato tutti senza amare nessuno». E i momenti più belli sono «quando mi fermano per strada, il mio pubblico non mi ha dimenticato, è l’unico deterrente a un gesto folle. E la pistola che ti sei puntato alla tempia in un attimo diventa di cioccolato».

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