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Willie Peyote e Ditonellapiaga spaccano, Lucci e Anna Castiglia talento puro. Rhove, che noia. Le nostre recensioni delle uscite della settimana

14 Luglio 2024 - 20:02 Gabriele Fazio

Chiello – Stanza 107

Chiello ha i tratti del genio. Non solo perché la sua musica è valida, non solo perché la sua musica è sincera, ma perché la sua composizione è sempre bagnata da una bellezza epica e antica, lirica e fascinosa, che richiama alle radici del nostro cantautorato di tradizione. Chiello se ne frega di risultare cupo, se ne frega del fatto che tutto ciò che è cupo oggi come oggi vende poco, l’intento artistico puro e semplice ci appare palese, inattaccabile, superiore. Geniale infatti, perché sono i geni quelli che vanno oltre il tempo alla ricerca di una bellezza che non sia artefatta, industriale, plastificata, sono quelli che si spogliano delle voglie e si tengono strette le necessità. Per questo nei brani di chiello non manca mai quel velo di malinconia, quel lamento pungente, tutta roba della quale al mercato frega poco o nulla, ma che colpisce dritto al cuore chiunque conservi un minimo di decenza per guardarsi intorno e non trovarci granché da ridere. In quella Stanza 107 ci siamo tutti in qualche modo, solo che molti hanno gli occhi chiusi, non vogliono ammettere questa incapacità di afferrare la felicità per le corna e così di percepirne il disagio, come se la vita fosse un costante diversivo. Quanti artisti oggi, come chiello, affrontano di petto le brutture del nostro tempo? Ve lo diciamo noi: quasi nessuno. Quanti artisti oggi, come chiello, affrontano di petto le brutture del nostro tempo con brani entusiasmanti nella loro spietata autenticità? Ve lo diciamo noi: come chiello, nessuno.