Stop ai cellulari, ritorno al diario cartaceo e docente per gli alunni stranieri: le novità per la scuola in arrivo a settembre
Mentre migliaia di maturandi salutano i banchi di scuola, avendo superato anche i temutissimi orali – con non poche polemiche, come successo al liceo Foscarini di Venezia – per chi tornerà tra le mura scolastiche a settembre, si profilano all’orizzonte diverse novità. Un cambiamento introdotto ufficialmente in questi giorni, che sta già accendendo il dibattito, riguarda lo stop ai cellulari in classe decretato dal Ministero dell’Istruzione e del Merito. Con una circolare, il dicastero guidato da Valditara ha imposto il divieto assoluto di utilizzo dei cellulari in classe, anche per fini educativi e didattici, per tutti gli alunni, dalla scuola dell’infanzia fino alla scuola media. Fanno eccezione solo i casi previsti dal Piano Educativo Individualizzato o dal Piano Didattico Personalizzato, per sostenere gli alunni con disabilità, disturbi specifici dell’apprendimento o altre condizioni personali documentate. In merito all’utilizzo di computer e tablet, la circolare precisa che saranno consentiti esclusivamente a scopo didattico e sotto la supervisione dei docenti. Tuttavia, su questo fronte, gli insegnanti sembrano essersi portati avanti da un pezzo. Secondo quanto emerge da un recente sondaggio di Skuola.net alle scuole medie, il bando ai cellulari è una realtà già diffusa: nella stragrande maggioranza delle scuole c’è già una regolamentazione scritta che norma l’uso degli smartphone.
Il ritorno al cartaceo
Lo stop ai cellulari in classe non è l’unica novità introdotta dal governo Meloni. Nella stessa circolare, il ministro Valditara raccomanda di tornare a utilizzare diari e agende personali per scrivere i compiti a casa e le comunicazioni, accanto al già consolidato registro elettronico. Il ministro leghista spiega che la prassi, ormai diffusa, di assegnare i compiti solo tramite il registro elettronico comporta spesso che gli alunni consultino il registro attraverso pc, smartphone e tablet, spesso con la mediazione dei genitori. Questo ritorno (anche) al cartaceo è voluto per promuovere, fin dai primi anni della scuola primaria e proseguendo alle medie, lo sviluppo di un’autonomia nella gestione degli impegni scolastici, senza dipendere necessariamente dal registro elettronico. In un’epoca dominata dalla tecnologia, il ritorno al cartaceo può sembrare un passo indietro, ma per il ministero dell’Istruzione si tratta di un tentativo di bilanciare l’uso delle tecnologie con lo sviluppo di competenze personali essenziali.
Alunni con disabilità e docenti di sostegno
Diverse novità sono state introdotte anche con il Decreto Scuola (n.71/2024). Entrato in vigore lo scorso 1 giugno, affronta temi cruciali, dal sostegno agli alunni con disabilità all’inclusione degli studenti stranieri. Per sopperire all’attuale fabbisogno di docenti di sostegno – su cui pende una grave carenza di insegnanti specializzati – in via transitoria fino a dicembre 2025, in aggiunta ai percorsi specializzazione sul sostegno attivati dalle università, questi ultimi potranno essere conseguiti anche tramite nuovi percorsi attivati da Indire (Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa). Inoltre, per garantire la continuità didattica, un docente specializzato per l’insegnamento agli alunni disabili può essere confermato sullo stesso posto di sostegno dell’anno precedente su richiesta della famiglia e con il consenso del dirigente scolastico. Questa conferma ha priorità assoluta rispetto agli altri docenti a tempo determinato, a condizione che il posto sia disponibile, che siano state completate le operazioni per il personale a tempo indeterminato, e che il docente abbia diritto alla nomina nel contingente disponibile.
Prof di italiano per gli alunni stranieri
A partire dall’anno scolastico 2025-2026, le classi con almeno il 20% di studenti stranieri neoarrivati con difficoltà nelle competenze linguistiche di base potranno usufruire di docenti ad hoc per l’insegnamento dell’italiano. Questi docenti affiancheranno il lavoro del professore con lezioni di potenziamento. Le scuole potranno collaborare con i Cpia (Centri provinciali per l’istruzione degli adulti) per verificare le competenze linguistiche e facilitare l’inserimento degli alunni stranieri.
Voto in condotta
In questi giorni, è stato approvato in Commissione Cultura alla Camera, dopo il primo ok del Senato, il disegno di legge governativo sul voto di condotta, stralciato dalla riforma degli istituti tecnici e professionali nonché cavallo di battaglia del ministro Valditara. Secondo quanto previsto dal ddl, qualora la valutazione del comportamento dovesse essere inferiore a 6, scatta la bocciatura. Le nuove regole riguardano anche il sistema di sospensioni. Laddove fossero fino a due giorni, lo studente sarà coinvolto in attività di riflessione e approfondimento, che si concludono con la produzione di un elaborato critico. Per sospensioni più lunghe, invece, saranno assegnate attività di cittadinanza solidale. Infine, il voto in condotta dovrà essere riferito a tutto l’anno scolastico e nella valutazione dovrà essere dato particolare rilievo a eventuali atti violenti o di aggressione nei confronti del personale scolastico (professori, dirigenti, personale Ata) e degli studenti.
Liceo del Made in Italy sì, ma dove?
Altro cavallo di battaglia del ministro Valditara è, senza dubbio, il liceo del Made in Italy. Da subito presentato dal governo come un «baluardo per la crescita sostenibile e la valorizzazione del talento italiano su scala internazionale», questo nuovo corso ora sembra soffrire di una partenza zoppa. Secondo i dati ufficiali rilasciati dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, soltanto 375 studenti in tutta Italia hanno presentato domanda di iscrizione per questo percorso. Un dato particolarmente significativo se si considera che sono 92 i licei che hanno integrato il corso Made in Italy nella propria offerta formativa. Facendo una media, ogni classe avrebbe solo quattro studenti, un numero decisamente esiguo rispetto al requisito minimo legale di 27 alunni per formare una classe. Il contrasto tra le aspettative e la realtà è evidente, e non a caso, a fine giugno, il partito di Valditara ha cercato di correre ai ripari. La deputata leghista Giorgia Latini, vicepresidente della Commissione Cultura alla Camera, ha presentato un emendamento per estendere al liceo del Made in Italy una deroga già esistente, che permette ad alcune aree territoriali di non rispettare il numero minimo di studenti per classe. Tuttavia, anche questo tentativo si è rivelato un flop, poiché l’emendamento è stato ritirato. Nel frattempo, la Lega fa sapere che cercherà diversamente un’intesa per risolvere il problema, mentre il ministero è al lavoro per trovare una soluzione.
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