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Documenti classificati a Mar-a-Lago, archiviato il processo contro Trump: «La nomina del procuratore speciale fu incostituzionale»

15 Luglio 2024 - 16:45 Ugo Milano
L'inchiesta riguarda le carte segrete accumulate dall'ex presidente nella propria villa in Florida e poi i presunti ostacoli alla giustizia per recuperarli

Dopo l’«immunità parziale» concessa dai giudici della Corte Suprema, solo sugli atti ufficiali, nell’inchiesta sull’assalto a Capitol Hill, arriva un’altra buona notizia per Donald Trump nell’ambito di un altro dei processi che lo vede coinvolto. Nel caso dei documenti classificati accumulati dall’ex presidente degli Stati Uniti nella sua vita in Florida, a Mar-a-Lago, la giudice distrettuale Aileen Cannon ha disposto l’archiviazione perché la nomina del procuratore speciale incaricato dell’inchiesta Jack Smith sarebbe avvenuta in maniera incostituzionale. Una violazione della Appointments Clause, scrive la giudice, perché il procuratore sarebbe stato scelto senza iniziativa del presidente né conferma del Senato. Il New York Times ricorda come la decisione di Cannon, scelta proprio da Trump, contrasta con la precedente giurisprudenza della corte risalente ai tempi del Watergate sulla legittimità dei modi in cui vengono nominati i procuratori indipendenti. La decisione, che arriva due giorni dopo il fallito attentato a Trump durante il comizio in Pennsylvania, verrà quasi sicuramente impugnata dal team di Smith. L’ex presidente, che verrà formalmente indicato candidato presidente per i Repubblicani alle elezioni di novembre per la Casa Bianca nella convention di partito che si apre oggi, 15 luglio, ha esultato sul suo social Truth: «È solo il primo passo, tutte le cacce alle streghe nei miei confronti dovrebbero essere archiviate», riferendosi agli altri processi che lo vedono coinvolto, «il dipartimento di Giustizia guidato dai Democratici ha coordinato tutti questi attacchi politici, che sono una cospirazione per interferire sulle elezioni contro l’avversario politico di Joe Biden, ossia contro di me. Uniamoci per porre fine all’uso strumentale della giustizia».

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