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Donald Trump e Thomas Crooks: tutto quello che non torna nell’attentato, le teorie del complotto e il fail dei servizi segreti

donald trump thoma matthew crooks attentato
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Il candidato alla Casa Bianca: ecco perché sono salvo. Le falle nella sicurezza. Le teorie del complotto sulla sparatoria "staged". I dettagli che non tornano e le accuse al Deep State

«Sono salvo per aver distolto lo sguardo dalla folla per rivolgerlo verso uno schermo con gli appunti per il mio discorso». Donald Trump in una intervista al quotidiano conservatore Washington Examiner è tornato sull’attentato di Thomas Matthew Crooks al Butler Farm Shoot in Pennsylvania. «Raramente distolgo lo sguardo dalla folla. Se non l’avessi fatto in quel momento, beh, non staremmo parlando oggi», ha detto l’ex presidente. L’attentato è costato la vita a Corey Comperatore, vigile del fuoco che ha fatto da schermo a moglie e figlia. L’attentatore ha usato un fucile Ar-15, ma aveva anche esplosivi in casa e in auto. Ma intanto si moltiplicano gli interrogativi sulle falle nella sicurezza e dei servizi segreti che hanno consentito l’attentato. Il killer è stato visto sul tetto dell’edificio da cui ha sparato ma è stato ignorato. Anche se era in posizione di tiro.

Donald Trump e Thomas Matthew Crooks

Il Secret Service ha la missione di tutelare il presidente degli Stati Uniti ma anche i candidati come Trump. A cui è stato assegnato un nome in codice: Mogul. La procedura di protezione prevede che prima di un comizio vengano valutati pericoli e possibili minacce. Nella zona dell’incontro si schierano il Counter Sniper Team e il Counter Assault Team. Per questo non è ancora chiaro come Thomas Matthew Crooks sia salito sul tetto dell’edificio da cui ha sparato senza essere fermato prima. L’Associated Press racconta anche che qualcuno aveva notato Crooks e l’aveva segnalato alla polizia e al Secret Service. Uno sceriffo si è spinto sul tetto ma l’attentatore gli ha puntato il fucile contro e poi ha cominciato a sparare. Solo allora è scattata la reazione del Counter Sniper Team che lo ha ucciso. Anche se i cecchini avevano la visuale rovinata da un albero.

L’attentatore e il fail del Secret Service

Secondo le testimonianze passano 3 o 4 minuti tra il momento dell’allarme e l’attentato. Trump sta dicendo «take a look at what happened…» quando fa un piccolo scatto con la testa per guardare il gobbo che lo salva. Mentre Crooks spara un’altra volta e colpisce alla testa Comperatore, uccidendolo. Ferisce altre due persone e colpisce anche un altoparlante. In tutto spara otto volte da 125 metri. A quel punto i cecchini sparano e lo uccidono. Una teoria del complotto sostiene che i servizi di sicurezza di Biden volessero far uccidere Trump. L’errore però sembra essere di più aver controllato il tetto e poi averlo lasciato scoperto. In quei pochi minuti Crooks ha salito le scale e ha sparato. La Stampa spiega che in questi casi si redige un documento di “Valutazione di minacce e vulnerabilità”. Una volta completato si passa a distribuire gli uomini nei punti critici per non lasciare buchi nella sicurezza.

Trump, shooting, BB, staged

Intanto altre teorie del complotto invece vogliono che l’attentato sia stata una messa in scena. Le parole chiave che circolano in rete sono Trump, shooting, BB e staged. La parola BB è usata come acronimo per le pistole ad aria compressa. La parola staged, ovvero “messa in scena” è diventata rapidamente trending. A diffondere la teoria del complotto, racconta oggi Repubblica, utenti come l’autrice e conduttrice di podcast Cheri Jacobus: «Il mio istinto mi dice che è una montatura. E così la mia lunga esperienza con Trump e il fatto di essere stata presa di mira da lui e dai suoi banditi. Questo. Non è. Vero». Un altro account, RC deWinter, aveva aggiunto: «Non dimenticate che abbiamo a che fare con persone che usano l’agenda di Hitler e i soldi della Russia».

I dettagli controversi

Tra i dettagli controversi riportati come prove il fatto che i sostenitori alle spalle del podio invece di scappare abbiano tirato fuori i telefonini. O i testimoni che hanno rivelato ai media di aver segnalato Crooks sul tetto senza risultati. Sotto la lente anche il tempo impiegato per allontanare Trump dal podio. In un’altra occasione di pericolo il tycoon era stato portato via in nove secondi e mezzo. Sabato ci sono voluti due minuti e nove secondi. Il tempo da lasciare al candidato per salutare i fans, è la spiegazione. I cospirazionisti trumpiani hanno accusato la Cia di aver ordito un piano per far fuori il candidato alla Casa Bianca.

Il Deep State, la false flag

Altre teorie si stanno aggiungendo in queste ore. Da una parte i blog di sinistra accusano il tycoon e i suoi di aver inscenato un’operazione “false flag”, cioè costruita ad arte, dall’altra la destra ha incolpato Joe Biden e i democratici. «Gli episodi di violenza politica generano teorie cospirative e false narrazioni perché le persone cercano di manipolare l’evento per adattarlo alle loro convinzioni», ha spiegato l’analista Megan Squire al Washington Post che ha analizzato le teorie più assurde comparse sui social media dopo l’attacco. Soprattutto sulle piattaforme di estrema destra che hanno accusato il Deep State, l’apparato dello Stato, e il movimento Antifa. Mentre alcuni account suprematisti bianchi hanno sostenuto che il tentato assassinio del tycoon sia il frutto di un complotto della “lobby ebraica”. Tutte tesi campate in aria, come quella che ha visto coinvolto il blogger italiano Marco Violi, accusato addirittura di essere l’attentatore.

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