J.D. Vance è indicato come vice da Donald Trump per la corsa alla Casa Bianca
Il senatore dell’Ohio J.D. Vance è il nome uscito dalla convention repubblicana come vice del candidato per la Casa Bianca Donald Trump. L’ex presidente USA ha indicato il ex venture capitalist, da un anno senatore dell’Ohio. In passato era stato tra i critici del tycoon. Un nome che sa mobilitare la base, che può attrarre i voti della cruciale Rust Belt ma quello con meno esperienza politica. Il voto “roll call” è iniziato alle 14 locali, le 21 in Italia. Secondo CBS News, partner statunitense della BBC, la scelta era prevista proprio per il primo giorno della convention del partito repubblicano a Milwaukee, lunedì. Erano tre i nomi dei papabili: JD Vance, Doug Burgum e Marco Rubio. Quest’ultimo però si è affrettato per ribadire alla Cnn che non è stato scelto, ancora prima dell’inizio della convention.
Chi è J.D. Vance
Vance è un politico e scrittore, noto per aver scritto il libro Elegia americana. Ha criticato in passato Donald Trump, durante le elezioni del 2016, diventando membro del movimento “Never Trump”, ma ha poi cambiato opinione sul tycoon dopo aver annunciato la sua candidatura al Senato. Dal 2023 rappresenta l’Ohio nel senato statunitense. In meno di due anni è diventato uno dei leader più seguiti dal movimento Make America Great Again (MAGA). La sua candidatura è stata caldamente sostenuta da Steve Bannon e l’ex presentatore di Fox News Tucker Carlson.
Powell: «La violenza politica non ha posto negli Usa»
Intanto continuano le attestazioni di stima verso l’ex presidente, vittima di un attentato e ferito ad un orecchio. «La violenza politica non ha posto nella nostra società», ha dichiarato il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell. «Un giorno triste», ha dichiarato a un evento organizzato dall’Economic Club di Washington.
La svolta sull’aborto
I delegati alla convention repubblicana hanno approvato una nuova piattaforma del partito che abbraccia le posizioni politiche del presunto candidato Donald Trump, compreso un approccio che lascia agli Stati ogni decisione sulle restrizioni all’aborto, abbandonando quindi la posizione di lunga data del bando nazionale dell’interruzione di gravidanza. Una svolta per non favorire i dem su un tema elettorale cruciale ma che di fatto fa infuriare gli anti abortisti. Si collega in pratica l’aborto al 14/o emendamento della Costituzione, lasciando aperta la strada a leggi o decisioni giudiziarie che offrirebbero ai feti le stesse protezioni delle persone. Ma l’approvazione del documento di 16 pagine ha comunque fatto infuriare alcuni sostenitori antiabortisti che vedono troppa morbidezza in questa nuova posizione.
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