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Marco Violi e l’attentato a Trump: «Io, accusato da un troll. E nessuno si è scusato»

donald trump marco violi attentato
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Il blogger di San Basilio pronto ad adire le vie legali. La replica dell'account @moussolinho, che promette «un'intervista chiarificatrice»

Marco Violi è il blogger di San Basilio a Roma finito sui media di tutto il mondo con l’accusa di essere l’attentatore di Donald Trump a causa di uno scherzo su Twitter. L’account @Moussolinho ha scritto un post in inglese subito dopo il tentato omicidio dell’ex presidente: «Il dipartimento di polizia di Butler conferma l’arresto di Mark Violets, identificato come il tiratore di Trump e un noto estremista antifa. Prima dell’attacco, ha caricato un video su YouTube sostenendo che la giustizia stava arrivando». Violi racconta oggi al Messaggero cosa è accaduto: «Alle 2 di notte, mentre dormivo, inizio a ricevere centinaia di notifiche sul mio telefonino. Mi sveglio e inizialmente non capisco cosa stia accadendo. Mi alzo, accendo il pc e mi collego sul profilo Instagram dove leggo che il mio nome, con tanto di foto, è stato associato all’attentato a Trump».

Marco Violi alias Mark Violets

Violi dice che nel post «prima c’era il mio nome storpiato in Mark Violets ma poi è apparso proprio il nome vero, Marco Violi. Mi rendo subito conto che tutto è nato da un tweet di un paio di account su X che da 6 anni mi perseguitano sui social. La cosa incredibile è che diventano virali in un attimo. Media di tutto il mondo, americani, sudamericani, europei, riprendono questa fake news senza che nessuno provi a verificare la sussistenza della notizia». Ma nessuno dei media che durante i minuti dell’attentato aveva fatto il suo nome l’ha chiamato: «E la cosa più grave è che nel rettificare dopo ore il nome del vero attentatore, ci fosse stato un giornale, un sito, una televisione che si sia scusata. Niente, zero. Rimango allibito come si possa dare retta ad un account palesemente troll. E che a dargli credito sia addirittura un esponente della Casa Bianca».

Le vie legali

Come aveva già annunciato, Violi è pronto «ad adire le vie legali per tutelare innanzitutto la mia immagine e poi parlerò con il mio avvocato, chiedendo la chiusura di questi account che stanno perseguitando il sottoscritto e la mia famiglia dal 2018». Il blogger scrive sul sito Romagiallorossa.it, il cui direttore è appunto Violi e sua sorella Maria Paola è il direttore editoriale. Si pubblicano commenti alle partite, notizie sul calciomercato, ma anche sui problemi interni della società. Il giornalista identifica dietro all’account LogikSeo, altro utente solito attaccarlo, «una società di New York consulente per il web per l’ex presidente giallorosso James Pallotta. Che non poteva essere criticato». Da lì l’account avrebbe preso a perseguitarlo, usando una rete di circa 400 utenti tutti guidati dalla stessa mano. Intanto l’account @moussolinho – Cane della Violesia su X promette «un’intervista chiarificatrice».

I precedenti

L’account pubblica anche il racconto di una vicenda che parte dalla diffusione di una conversazione privata tra l’ex direttore sportivo della A.S. Roma Walter Sabatini e l’allora amministratore delegato Claudio Fenucci sul mercato della società nel 2013. Moussolinho ha anche cambiato la sua presentazione sul social network: adesso recita «Quello che ha quasi fatto scoppiare una guerra civile in America».

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