Meloni e De Luca si rivedono a Bagnoli dopo gli insulti, la frecciata alla stretta di mano del governatore – Il video

Firmato il protocollo di intesa per la riqualificazione dell’area dell’ex Italsider, che aspetta interventi da 34 anni

Niente insulti e gelo stavolta tra la premier Giorgia Meloni e il governatore della Campania Vincenzo De Luca, che tornano a stringersi la mano dopo il siparietto di Caivano dello scorso 28 maggio. In quell’occasione la premier si era presentata al presidente campano dicendo: «Sono quella stronza della Meloni». A Bagnoli invece il clima pare tornato sereno tra i due. De Luca ha accolto la premier accompagnata dal ministro Raffaele Fitto con un sorriso sornione, senza risparmiare una frecciata visti i precedenti: «Sono il civile De Luca – ha detto stringendo la mano a Meloni – e le rinnovo il mio benvenuto». La premier è scoppiata a ridere e ha risposto semplicemente: «Grazie presidente». Per la prima volta da premier, Meloni è arrivata a Napoli per firmare il protocollo con cui viene stanziato un un miliardo e duecento milioni di euro per riqualificare l’area dell’ex Italsider, che attende interventi da 34 anni.


Le proteste

Prima dell’arrivo della presidente del Consiglio, un folto gruppo di manifestanti si è organizzato per protestare contro la firma dell’intesa su Bagnoli. I cittadini hanno marciato dietro a uno striscione con su scritto: «Prima Renzi poi Meloni, nessuna passerella sui nostri territori». Quando hanno cercato di avvicinarsi all’auditorium adibito alla sigla del protocollo, un cordone di sicurezza delle forze dell’ordine li ha fermati. Una delegazione del corteo ha avanzato la richiesta di passare per consegnare un documento alle istituzioni presenti nell’auditorium. Permesso non concesso: così, per qualche minuto, si è alzato il livello di tensione, con urla e agitazioni varie. È stato scongiurato, tuttavia, lo scontro fisico tra manifestanti e forze dell’ordine. Dall’interno dell’auditorium, Meloni si è rivolta alle persone in protesta: «Ho visto che qui fuori ci sono dei manifestanti. Dagli slogan direi che sono centri sociali, ma se non lo fossero, se fossero comitati di cittadini, direi che li capisco. Qui tante promesse sono state fatte e tradite. Ma direi loro di darci la possibilità di dimostrare che le cose si possono cambiare».


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