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Omicidio Cerciello Rega, concessi i domiciliari a Hjorth. La moglie del carabiniere: «Sconvolta e sfiduciata»

15 Luglio 2024 - 16:05 Ugo Milano
Appena dieci giorni fa la Corte d'Appello di Roma aveva ridotto la pena a Gabriel Natale Hjorth e Lee Elder Finnegan dopo l'annullamento con rinvio delle pene in Cassazione

Gabriel Natale Hjorth andrà ai domiciliari. Lo ha deciso la Corte d’Assise d’Appello di Roma che ha accolto l’istanza avanzata dai difensori del californiano, condannato insieme a Lee Elder Finnegan per l’omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, avvenuto nel luglio 2019 nel quartiere romano di Prati. Un duro colpo per la famiglia della vittima, giunto peraltro ad appena dieci giorni dalla seconda sentenza del tribunale di Appello che ha ridotto la pena ai due imputati. In primo grado, i due californiani avevano ricevuto l’ergastolo, una pena che in secondo grado era stata abbassata nel 2022 a 24 anni per Elder Finnegan e 22 anni per Hjort. Ma la Cassazione era poi intervenuta annullando con rinvio le pene comminate, disponendo un nuovo processo di secondo grado, arrivato il 3 luglio 2024, a distanza di cinque anni dal delitto: 15 anni e due mesi per Lee Elder Finnegan e 11 anni e 4 mesi per Gabriele Natale Hjorth. Accogliendo l’istanza di trasferimento ai domiciliari, i giudici hanno stabilito che la detenzione debba avvenire, così come chiesto, nell’abitazione della nonna del ragazzo a Fregene, centro del litorale romano.

Lo «sconcerto» della moglie del vicebrigadiere

È Massimo Ferrandino, avvocato della moglie di Cerciello Rega, a riportare lo stato d’animo della donna. «Lo sconcerto è tanto dopo la decisione della seconda Corte d’assise di Roma», spiega il legale, «Rosamaria, la moglie di Mario Cerciello Rega, è totalmente sconvolta dalla notizia che ha appreso. Come sua abitudine, non intende commentare, ma è pervasa da un profondo senso di sfiducia. Non conosciamo ancora le motivazioni che la corte ha preso per ridurre drasticamente le pene ai due americani e già uno dei due viene mandato ai domiciliari nella splendida cornice di Fregene. Rega, valorosissimo servitore di Stato, è morto sotto i colpi di 11 coltellate, ma evidentemente non si era inteso che i fendenti non fossero terminati il 26 luglio di cinque anni fa. Viene piuttosto voglia di pensare che ci sia una Giustizia al contrario».

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