Pupo, la dipendenza dal sesso e il tradimento della madre: «Crescendo l’ho perdonata, mio padre non era un uomo facile»

Il cantautore parla della su ludopatia, delle nozze d’oro con Anna e dei 35 anni di relazione con Patricia: «Avere due donne è costoso»

«Le sofferenze che ho attraversato mi hanno reso migliore. Fossi scomparso 15 anni fa, sarei passato alla storia come il cantante pop che si era mangiato tutto, un cretino». Al Corriere della Sera parla Enzo Ghinazzi, per tutti Pupo, una vita per la musica ma non solo. Il cantante, 68 anni, è noto anche per aver affrontato la ludopatia, e per la sua relazione poliamorosa con la moglie Anna e la compagna Patricia, un rapporto complesso che ha imparato a gestire con il tempo: «Loro due si vogliono un gran bene. Mi sono sposato a 18 anni e mezzo con Anna. Il 28 luglio facciamo 50 anni di matrimonio, porto tutta la famiglia a New York. Con Patricia stiamo insieme da 35 anni, non intende aspettare l’anniversario dei 50, vuole che la porti una settimana in viaggio al più presto, mi toccherà accontentarla. Avere due donne è costoso». In passato ha scoperto di essere anche dipendente dal sesso, dopo una visita dall’andrologo: «Mi spiegò che colpisce soprattutto i brevilinei. Ora sto meglio ma è stata dura, ho tradito tanto». Intanto ha costruito la sua famiglia con due relazioni parallele e alla luce del sole: «Non lo consiglio e non me ne vanto. Per noi è accaduto gradualmente, non senza sofferenza. Abbiamo superato il gran premio della montagna, oggi rappresentiamo un mezzo miracolo, siamo uniti. In futuro i poliamori saranno sempre più frequenti, io sono stato un pioniere».


«Dalla ludopatia non esci mai davvero»

Ghinazzi ha raccontato in passato di aver “piazzato” la prima scommessa a 8 anni per un gelato, la prima di tante, che gli sono costate un patrimonio. «Non ho mai calcolato quanto ho perso. Nel 1983 a Saint Vincent, a chemin de fer persi 130 milioni di lire in 3 secondi», ricorda Pupo, parlando anche di una storica partita a poker con Gianni Morandi – «siamo come fratelli» – durata 8 ore durante un volo Roma-New York, «Gianni è un giocatore eccellente, non come me che sono un professionista, eh. Quella volta mi ha battuto, ha vinto un milione di lire». Ma la ludopatia, pur affrontata, è ancora lì: «Dal vizio non esci mai davvero. Ora sono “in sonno”, non gioco da anni, una sofferenza pazzesca». Qualche rimpianto c’è, ma a 68 anni si guarda indietro ed è sereno: «Con questo finale rifarei tutto. Sto anche per diventare nonno per la quarta volta. Ora sono una persona risolta, serena, un uomo che si è rialzato mille volte. Credevo di non arrivare a 50, ne ho quasi 70, ho vissuto tante vite, quel che viene è tutto grasso che cola».


I genitori

A Giovanna Cavalli del Corriere racconta poi quando sorprese a 12 anni sua madre al letto con un altro uomo. « Sono entrato in camera, li ho visti e me ne sono andato. Ci ho scritto su una canzone, non è mai uscita», ammettendo che all’inizio pensò male di lei, «La colpa di come sono sentimentalmente è sua. Tradì papà con un paio di uomini, non di più. Da grande ho capito, perdonato. Lui era il postino del paese, giocava d’azzardo e faceva mancare i soldi alla famiglia, non era facile stargli accanto». All’epoca lo disse a suo padre: «Successe un casino, però non si sono mai lasciati. Le cose brutte non so tenerle dentro. Anche a dei miei amici ho riferito di aver visto le loro mogli con altri. Non posso tacere, bisogna avvisare».

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