Vannacci si salva dal «processo» alla riunione dei Patrioti. Ma l’RN non molla: «Oggi non c’è stato tempo, presto ridiscuteremo il suo ruolo»

Il generale confermato (per ora) vicepresidente del nuovo gruppo fondato da Viktor Orban. Ma i francesi tengono il punto

Da Strasburgo – Niente redde rationem su Roberto Vannacci. Nel primo giorno di scuola da parlamentare europeo, il recordman di preferenza della Lega di Matteo Salvini evita il “processo” interno che voleva fargli il Rassemblement National di Marine Le Pen, o per lo meno una sua nutrita fetta. Da giorni da alcuni degli uomini più vicini alla leader di RN erano partite intemerate contro l’ex generale, considerato troppo vicino a Putin oltre che omofobo: impresentabile insomma come vicepresidente del nuovo gruppo nazional-populista dei “Patrioti per l’Europa”. Con altrettanto vigore la Lega aveva difeso il suo uomo-simbolo nel nuovo Parlamento: «Vannacci è stato eletto vicepresidente del gruppo per acclamazione anche dai colleghi francesi, dunque il problema non si pone», ha detto il collega Paolo Borchia rispondendo a una domanda di Open. Linea riconfermata in pieno oggi dentro e fuori dalla riunione d’insediamento del bureau del nuovo gruppo politico. E alla fine il dribbling pare riuscito: nel meeting la posizione di Vannacci non è stata ridiscussa, a quanto affermano più fonti che erano presenti. Il destino del generale «non è tema che ci riguarda», taglia corto l’eurodeputato di Vox Jorge Buxadé Villalba. E così anche Silvia Sardone, rieletta con la Lega nel Centro Italia, ha buon gioco a rassicurare sorridente che la questione Vannacci «appassiona solo i media italiani, agli stranieri non interessa: Vannacci è vicepresidente del gruppo, l’ordine del giorno è stato approvato all’unanimità».


Boia chi molla (sul ruolo di Vannacci)

Ai francesi, però, che guidano il gruppo col primo ministro mancato Jordan Bardella, la questione pare interessare eccome, e danno a fine giornata un’altra versione dei fatti. «Vannacci doveva presenziare al bureau del gruppo ma è arrivato in ritardo a causa del suo volo e non c’è stato tempo per discutere poiché dovevamo andare alla riunione di gruppo», lamenta l’eurodeputato di RN Jean-Paul Garraud. Che rivendica però la necessità di tornare ad affrontare il tema a una prossima occasione: «Dobbiamo ridiscuterne». La legislatura è appena cominciata, le dinamiche del nuovo gruppo sono ancora in piena gestazione, ma quella tra l’uomo forte di Salvini e i francesi s’annuncia una convivenza politica tormentata.


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