Usa 2024, l’attentato di Thomas Crooks favorisce la vittoria di Donald Trump? «No, l’America è ancora spaccata»

Lo scrittore premio Pulitzer Richard Ford: tutto ciò fa parte di una retorica violenta di cui Trump è stato uno dei massimi interpreti

Richard Ford, scrittore premio Pulitzer, sostiene che non è detto che l’attentato di Thomas Crooks favorisca la vittoria di Donald Trump alle elezioni di novembre 2024. «La prima cosa che ho pensato» è che quanto era avvenuto aveva qualcosa di tristemente familiare», dice oggi a Repubblica. Ovvero qualcosa di simile «agli attentati a Indira Gandhi, Yithzak Rabin, Olof Palme, Shinzo Abe. Omicidi che hanno cambiato la storia dei rispettivi Paesi. Mi sono detto: c’era da aspettarselo».


Secondo lo scrittore «in questo momento è proprio la democrazia a essere in crisi. E per quanto riguarda gli Stati Uniti questa crisi trova la sua sintesi in due partiti contrapposti ostaggi dei rispettivi leader. È ovvio che nella più grande delle democrazie esplosioni di violenza come quella a cui abbiamo assistito ieri a Butler suscitano una maggiore impressione. Questo tuttavia non mi sembra un sintomo del male, ma piuttosto la tragica comparsa di una metastasi».


Presidenti e candidati assassinati

Negli Usa quattro presidenti sono stati assassinati: Abram Lincoln, James Garfield, William McKinley e John Fitzgerald Kennedy: «Lo so perfettamente, per non parlare di candidati alla presidenza come Bob Kennedy. Ed è ancora più lunga la lista dei tentativi di omicidio: mi viene in mente chi ha cercato di uccidere Ronald Reagan e Theodore Roosevelt. Se vai a esaminarli con attenzione, scoprirai che molti casi sono ancora avvolti nel mistero, altri nascono da fanatismo patologico e altri sono stati opera di squilibrati. Non sempre le motivazioni di queste atti violenti sono prettamente politici».

Ford prova anche a chiedere «una restrizione severissima a livello federale, ma temo che la mia sia un’illusione e che vedremo ancora spargere molto sangue». Mentre Biden «dovrebbe avere il coraggio e l’umiltà di non correre e lasciare lo spazio ad un nuovo candidato»

Trump ha già vinto?

Ma per lo scrittore premio Pulitzer Trump non ha già vinto le elezioni: «La prima reazione, di pancia, è che lo avvantaggi. In questo momento Trump è la vittima, è scampato a un attentato e ha reagito alla sua maniera, con il pugno chiuso mentre aveva il volto insanguinato. Sa perfettamente come parlare al suo popolo, soprattutto nei momenti di difficoltà. Tuttavia, se cerchiamo di mantenere la lucidità, ci accorgiamo che non è affatto detto che sia così. Certamente l’attentato e la reazione rinforzano la sua base: la motiva e la aizza. Basta vedere le immagini successivamente al momento in cui è stato portato via dalle guardie del corpo. Ma non credo che tutto ciò abbia peso nei confronti degli indecisi. Sebbene sia lui la vittima, tutto ciò fa parte di una retorica violenta di cui Trump è stato uno dei massimi interpreti. Mi ha colpito leggere i sondaggi di questa mattina, che, nonostante la disastrosa prestazione del presidente Biden al dibattito di due settimane fa e l’attentato appena avvenuto, danno tra i due contendenti soltanto due punti di distanza a favore di Trump. Significa che il Paese è spaccato e attaccato alle proprie convinzioni».

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