Alex Bellini: «Arriverò al Polo Nord in barca per dimostrare che il cambiamento climatico esiste»
Alex Bellini è un esploratore oltre che scrittore. E ora ha un nuovo primato da conquistare. Ovvero raggiungere il Polo Nord geografico in barca. Negli ultimi ha effettuato una traversata a remi dell’oceano Atlantico (dall’Italia al Brasile) e del Pacifico (dal Perù all’Australia), ha corso a piedi da Los Angeles a New York e ha navigato lungo i dieci fiumi più inquinati del mondo. A marzo è tornato in Alaska e ha fatto 1.800 chilometri da Anchorage a Nome in 37 giorni in sella a una mountain bike realizzata in plastica riciclata. E ha scoperto che tutto è cambiato: «A partire dal clima. Ci eravamo preparati per affrontare temperature rigidissime, con abbigliamento e attrezzature specifiche. I primi dieci giorni invece il termometro è sempre rimasto sopra lo zero: pedalare con una bicicletta del peso di 68 chili è stato complicato. Poi è arrivato il gelo e infine la neve, n’è scesa così tanta da costringerci a fermarci in un bivacco».
Il cambiamento climatico
Bellini parla oggi all’edizione milanese del Corriere della Sera. E spiega che «anche emotivamente non è stato semplice. Abbiamo toccato con mano il cambiamento climatico, parlato con le popolazioni locali, ascoltato le loro paure. Il ghiaccio si assottiglia, la costa non è più protetta dagli uragani, interi villaggi che si affacciano sullo stretto di Bering rischiano di scomparire: Unalakleet, Shaktoolik, lo stesso Nome. Entro due anni gli abitanti dovranno decidere se abbandonare la loro terra o continuare a lottare». Ora ha nuovi obiettivi: «In Groenlandia mi sposterò da sud verso nord-ovest muovendomi sulla costa, con natanti e slitte, cercando di interagire il più possibile con i locali. Quasi un viaggio antropologico». Infine il Polo Nord geografico, a bordo di una barca a remi. Sarebbe il primo esploratore al mondo. «Se riuscissi in questa impresa rappresenterebbe una sconfitta e una vittoria nello stesso tempo. L’orgoglio di raggiungere un traguardo mai toccato prima, e l’amarezza di dimostrare con i fatti lo scioglimento della calotta polare».
I temi ambientali
E conclude: «All’inizio viaggiavo per sciogliere alcuni nodi dell’anima, poi ho capito che dovevo condividere le esperienze e le competenze. Non ho tutte le risposte. Su un affluente del fiume Gange stiamo, per esempio, mettendo degli sbarramenti per impedire che la plastica finisca nell’oceano. Ma soprattutto cerco di utilizzare la forza evocativa dell’avventura per divulgare temi ambientali».