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Gallipoli, la nuova strada pedonale e i pochi parcheggi svuotano le spiagge: bagnanti e gestori degli stabilimenti furiosi

16 Luglio 2024 - 10:26 Ugo Milano
Solo 500 posti per le auto a nord del litorale, altrimenti bisogna affrontare una lunga camminata sotto al sole. E in molti lasciano la macchina sulla litoranea

Tempo splendido e spiagge semi vuote a metà luglio a Gallipoli: un binomio che, giurano i gestori degli stabilimenti balneari qui sul litorale salentino, non si erano mai visti. Colpa di una strada, nata per nobili fini, e dell’assenza di parcheggi. Così i villeggianti sono tenuti a distanza, non riescono a raggiungere le spiagge o devono lasciare l’auto a 1 chilometro e farsela a piedi sotto al sole. Un via Crucis a cui non tutti i bagnanti vogliono o possono sottoporsi. Tanto che, i pochi gestori che si sfogano con il Corriere della Sera, segnalano un calo delle presenze tra il 60 e l’80 per cento. Cifre confermate anche dal loro principale rappresentante di categoria, Giuseppe Mancarella, presidente di Federteziario Balneari che la scorsa settimana ha parlato «situazione drammatica a Gallipoli». Tra i motivi che hanno portato a questa situazione c’è la nuova strada parco pedonale, una striscia di terra che collega la strada alle spiagge e che può essere percorsa solo a piedi per preservare il paesaggio. Ma di fatto diventando un ostacolo impegnativo, soprattutto in questa fase in cui vi è una pressoché totale assenza di parcheggi: 500 in tutto, a nord del litorale. E quindi c’è chi va a trovare un posto in quello di Praja, ma poi deve affrontare una lunga camminata fino al lido, magari con figli, zaini e ombrellone appresso. Oppure la lascia sulla litoranea, in divieto di sosta. Il sindaco Stefano Minerva spiega le difficoltà: «Stiamo facendo di tutto per rendere fruibile entro mercoledì 17 luglio il parcheggio a sud, che ha altri 500 posti». Intanto incontra l’amarezza di chi con le spiagge lavora. «Domenica scorsa, 14 luglio, ho affittato solo 33 ombrelloni su 150 e non era mai accaduto», dice Marco Leone, del Crystal Beach, «e con sei dipendenti, se continua così, non so come fare».

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