L’infettivologo Massimo Galli condannato per falso, la sentenza sull’inchiesta dei concorsi truccati alla Statale di Milano

Pena sospesa per l’infettivologo ed ex primario dell’ospedale Sacco di Milano. Assolto il suo collaboratore Agostino Riva

Il professor Massimo Galli è stato condannato a un anno e quattro mesi per falso, con pena sospesa e non menzione, mentre è stato assolto dalle accuse di turbativa d’asta e abuso d’ufficio. Il Tribunale di Milano ha assolto in pieno Agostino Riva, ai tempi dei fatti contestati collaboratore dell’ex primario dell’ospedale Sacco. La sentenza riguarda un filone dell’inchiesta milanese su presunti concorsi pilotati per posti da professore e ricercatore alla Facoltà di Medicina dell’Università Statale di Milano.


Le accuse

Il 3 ottobre 2023, Galli era stato rinviato a giudizio insieme al suo collaboratore Agostino Riva. Nel 2020, quest’ultimo si aggiudicò un concorso per il ruolo di professore di seconda fascia in Malattie cutanee, infettive e dell’apparato digerente. Secondo la procura, Galli sarebbe intervenuto in qualità di componente della commissione giudicatrice per modificare il verbale di valutazione dei candidati. Per la stessa vicenda sono finiti nei guai anche Claudio Maria Mastroianni, professore alla Sapienza di Roma, e Claudia Colomba, associato all’Università di Palermo, entrambi componenti della commissione giudicatrice.


Il ricorso in appello

A commentare la sentenza del Tribunale di Milano è lo stesso Massimo Galli, che dice di essere «assolutamente sereno». A proposito dell’accusa di falso, precisa l’infettivologo ora in pensione, «l’unica cosa che mi sento di ammettere è di aver dimenticato di correggere un orario». L’ex primario annuncia che presenterà ricorso in appello e aggiunge: «Se per chiudere la questione bisognava avere una condanna per qualcosa, evidentemente restava solo la possibilità del falso».

L’abbraccio tra Galli e l’ex collaboratore

«La mia massima soddisfazione oggi è che il professore Riva è stato assolto completamente da ogni addebito – ha commentato Galli – La persona in questione, o almeno il suo onore, è stata completamente ripulita». Dopo la lettura della sentenza, fuori dall’aula, Galli e Riva si sono abbracciati. «Quello che veramente mi importa è di aver avuto la possibilità di lasciare alle mie spalle persone valide – ha aggiunto Galli – che continuassero il lavoro che ho fatto per 40 anni. Il mio “cavallo bolso” è una persona attualmente tra le più finanziate in programmi europei di tutta l’università di Milano».

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