Palermo, carabiniere morto dopo il morso di un ragno violino. L’esperto: «Non sono aggressivi ma attenzione alle infezioni»

Franco Aiello è morto per una aritmia cardiaca maligna all’ospedale Cervello tre giorni dopo una gita in campagna

Non è aggressivo, morde raramente e quasi sempre senza inoculare veleno. Ma gli effetti possono vedersi anche dopo giorni e in alcuni casi, quando si infetta, può risultare fatale. È quello che è successo a Franco Aiello, 52 anni, vicebrigadiere dei carabinieri addetto al servizio scorte al tribunale di Palermo, dopo una gita in campagna. Al rientro a casa aveva notato un arrossamento alla caviglia, poi tre giorni più tardi era stato ricoverato all’ospedale Cervello e le sue condizioni sono peggiorate velocemente, fino alla morte. Il militare è morto per le conseguenze del morso di un ragno violino. La ferita si è infettata e ha coinvolto i tessuti degli organi. I medici hanno provato ad arginare le complicanze con una terapia di sostegno ma era troppo tardi, Aiello è morto per un’aritmia cardiaca maligna. Non esistono antidoti al morso el ragno violino, spiega a la Repubblica Palermo l’infettivologo Massimo Farinella, «ma tutto dipende dalla quantità di veleno che il ragno rilascia. Normalmente genera una reazione locale, altre volte qualche complicanza». Per sua natura, il sicaride non è aggressivo, vive all’aperto ma può rintanarsi anche in casa. «È schivo, vive al buio, è grande 4-5 centimetri zampe comprese. Ed è raro essere morsi», dice al quotidiano l’esperto Antonino Dentici, studioso di ragni e autore di alcune pubblicazioni sul tema, «sono pochissime annualmente le segnalazioni. Spesso il morso, che è indolore, è a secco, senza veleno». Questo perché si tratta di una sostanza preziosa e difficile da produrre, per cui il ragno è il primo che se può evita di privarsene. Anche con il veleno, gli effetti potrebbero vedersi dopo giorni, con un arrossamento localizzato, ma nei casi più gravi può formare una lacerazione a causa dell’effetto tossico della sostanza. Ed è necessario intervenire per evitare che si infetti, provocando conseguenze peggiori. «Il suo veleno, dannoso per i tessuti, in quel caso può essere di interesse medico», conclude Dentici.


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