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La 24enne accusata di duplice infanticidio a Reggio Calabria: «I polmoni dei feti erano formati, forse morti soffocati»

16 Luglio 2024 - 07:26 Alba Romano
infanticidio feti reggio calabria
infanticidio feti reggio calabria
Sentito il fidanzato, si cercano un'amica e un professionista. La placenta non è stata ritrovata: «Difficile che abbia fatto tutto da sola»

Erano avvolti in un lenzuolo sporco e abbandonati in fondo a un armadio. I feti di due gemellini trovati a Reggio Calabria sono stati scoperti dalla madre della ragazza che li ha partoriti. La 24enne è ricoverata da qualche giorno nel reparto di Ginecologia e Ostetricia del Grande ospedale metropolitano. La procura di Giovanni Bombardieri ipotizza il reato di duplice infanticidio nei confronti della ragazza, che non ha ricevuto alcun provvedimento restrittivo della libertà. Residente a Pellaro, nella zona sud della città, la giovane vive assieme ai genitori in un contesto familiare che gli inquirenti definiscono normale. La giovane aveva un fidanzato. Nelle ultime ore è stato sentito come persona informata sui fatti. Ma sul contenuto delle sue dichiarazioni vige il massimo riserbo.

L’armadio, il lenzuolo, gli stracci

La ragazza si era presentata al pronto soccorso dell’ospedale calabrese lamentando forti dolori al ventre e perdite di sangue. Ma ai medici non ha detto di aver partorito e a tutti i costi ha tentato di evitare una visita ginecologica, sostenendo di essere vergine. È stata la madre a scoprire i feti mentre la figlia era in ospedale. È entrata nella sua stanza e ha sentito l’odore che arrivava dall’armadio. Lì c’erano i corpi. Secondo le prime indiscrezioni, i due feti erano completamente formati ed erano lì da almeno una settimana. La pubblica ministera Chiara Greco ha disposto l’autopsia per determinare se fossero già morti quando sono stati dati alla luce o siano spirati dopo, se si sia trattato di un aborto — spontaneo o meno — o di un parto naturale. Con l’esame dei polmoni sarà anche possibile determinare lo stato di gestazione. Mentre lei non sembra voler dare nessuna indicazione.

L’esame autoptico

Oltre al fidanzato, la polizia sta sentendo altri familiari e conoscenti della ragazza, per quale la Procura ha nominato un avvocato d’ufficio. Dal taglio del cordone ombelicale all’espulsione dei feti è inverosimile che la giovane abbia potuto fare tutto da sola. Non è escluso, infatti, che la 24enne si sia confidata con un’amica o che abbia chiesto aiuto a qualcuno. L’esame autoptico chiarirà se i gemelli erano già morti nel momento della nascita o se siano deceduti successivamente. E anche quale fosse la loro età gestazionale nel momento del ritrovamento. Da un primo esame esterno i due corpicini sembrerebbero «completamente formati», ma solo un’analisi approfondita, inclusa la docimasia polmonare, l’esame che permette di accertare la presenza di aria nei polmoni, potrà confermare se i feti abbiano respirato prima di essere avvolti in un lenzuolo e nascosti dentro l’armadio in cui sono stati trovati.

La placenta

Repubblica scrive che della gravidanza nessuno si è accorto. Mentre dei feti non è stata ritrovata la placenta, dunque non si può escludere che siano stati partoriti altrove. «Che abbia fatto tutto da sola, è difficile da credere», filtra da ambienti vicini alle indagini. Sul telefonino della ragazza sono stati trovati una conversazione con un’amica, con un professionista, un messaggio su un forum. Lei è ancora ricoverata in ospedale. E non risponde alle domande.

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