Prof colpita dai pallini a Rovigo, archiviato il procedimento contro la classe che si mise a ridere: «Sono delusa, occasione persa»

La Procura chiude il fascicolo per oltraggio a pubblico ufficiale contro tutti gli alunni, mentre rimano aperto quello verso gli autori materiali dell’episodio

Quando un loro compagno di classe sparò una prima, poi una seconda raffica di pallini di gomma contro la professoressa, si misero a ridere, coprirono il responsabile e si spalleggiarono a vicenda. Per la procura però non c’è reato, non si ravvisa l’oltraggio a pubblico ufficiale che dopo l’episodio fece partire la denuncia della docente contro la classe intera collettivamente, per non averla difesa ma anzi derisa. Il caso è quello dell’istituto Viola di Rovigo, quando la professoressa Maria Cristina Finatti fu colpita al volto da due pallini sparati da una pistola ad aria compressa da un suo alunno. «Con la seconda ho rischiato di perdere un occhio, per fortuna avevo la mascherina», aveva raccontato nei mesi successivi, ho aspettato fino all’ultimo prima di denunciare, aspettavo che la scuola prendesse provvedimenti. Le uniche scuse arrivate sono state tramite la preside, a condizione che ritirassi la denuncia! Alla fine, non volevo più sentirmi così umiliata e ho presentato esposto, denuncia e querela nei confronti di tutta la classe presso la Procura della Repubblica al Tribunale dei Minori a Venezia per lesione dolose, reiterazione del reato, interruzione al servizio di pubblica utilità e oltraggio al pubblico ufficiale». E non ci furono solo qui colpi partiti dalla pistola ad aria. Ma anche un video, diventato poi virale, che riprendeva quello che stava accadendo in classe. «Nessuno mi ha difesa: ridevano a basta. Tranne il padre di uno dei ragazzi, neppure i genitori hanno mai espresso solidarietà», si rammarica Finatti, che più volte ha ribadito come non ci sia mai stata un’ammissione di colpa, un gesto di empatia o delle scuse, «era l’occasione per lanciare un segnale importante a tutta la comunità scolastica, invece si preferisce soprassedere. È come se non difendere la loro insegnante, deriderla, e poi tentare di coprire i colpevoli, non avesse contribuito a quel vergognoso agguato». E sull’archiviazione aggiunge: «Sono delusa L’unica consolazione è che, probabilmente, prima o poi almeno i principali autori dovranno rispondere di quel che mi hanno fatto. Ma la lentezza della Giustizia è snervante». Rimane in piedi infatti l’altro procedimento degli inquirenti contro gli autori materiali dell’episodio: l’alunno che sparò, quello che filmò la scena e di un terzo che subito dopo fece sparire la pistola ad aria. Finatti ha cambiato classe, mentre gli studenti coinvolti sono tornati a frequentare le lezioni dopo un percorso di incontri con lo psicologo. Lo scorso anno poi è stato promosso dal consiglio di classe con il 9 in condotta il giovane che sparò, spingendo il ministro Valditara a mandare gi ispettori nell’istituto.


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