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Stupro di gruppo a Palermo, la ragazza denuncia altri abusi: i pm chiedono 5 anni per un parente

16 Luglio 2024 - 23:31 Redazione
L'uomo nega la versione della giovane e sostiene che non ci sarebbe mai stato alcun rapporto sessuale

La procura di Palermo ha chiesto cinque anni di carcere per un uomo di 50 anni accusato di aver violentato la diciannovenne vittima di uno stupro nel luglio del 2023 al Foro Italico di Palermo. Il processo, che si celebra con rito abbreviato, vede imputato un parente della giovane, che avrebbe compiuto l’abuso sessuale nel giugno del 2022 all’interno della pizzeria dove lei lavorava. Secondo la vittima, l’uomo le avrebbe fatto sniffare della cocaina. Dopodiché, avrebbe abusato di lei. Una versione negata dall’uomo, difeso dagli avvocati Giovanni Morgante e Giovanni Di Trapani, che sostiene di non aver mai avuto rapporti sessuali con la ragazza.

La versione dell’uomo

Il 50enne avrebbe raccontato che era stata la zia a chiedergli di farla lavorare nel suo locale per sottrarla ai giri poco raccomandabili che frequentava. L’uomo ha sostenuto che sarebbe stata proprio la giovane, dopo avere bevuto una birra, a cercare di baciarlo. Lui si sarebbe rifiutato e l’avrebbe riaccompagnata a Ballarò, nella casa dove conviveva con il fidanzato. Secondo l’imputato, la ragazza lo avrebbe denunciato proprio per calmare l’ex compagno molto geloso.

Il processo sullo stupro di gruppo

Il 24 maggio scorso, è iniziato davanti alla seconda sezione penale del Tribunale di Palermo il processo che vede imputati sei ragazzi accusati di aver stuprato la ragazza al Foro Italico di Palermo. Nel corso dell’udienza preliminare, gli imputati avevano chiesto di essere ammessi al rito abbreviato, condizionando l’istanza a una serie di nuova attività tra cui l’esame in aula della vittima. Una richiesta respinta dalla gip Cristina Lo Bue, secondo cui la ragazza era «già stata sentita numerose volte» e una nuova audizione non avrebbe portato ad altro che a «una vittimizzazione secondaria». La ragazza, ora ventenne, vive al Nord Italia, dopo avere trascorso un periodo in una comunità protetta.

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