Attentato a Trump, la capa degli 007 a rischio: «Pensa alla diversità e ad assumere altre donne, va cacciata»
Il posto di Kimberly Cheatle è a rischio. Dal 2022 a capo del Secret Service per decisione di Joe Biden, è diventata il bersaglio dei repubblicani dopo l’attentato di Thomas Crooks a Donald Trump al Butler Farm Shoot in Pennsylvania. Nonostante il video di una quarantina di secondi in cui l’attentatore veniva inquadrato mentre si preparava a sparare. «Invece di pensare a come proteggere i nostri leader, (Cheatle) è più preoccupata della diversità e di assumere altre donne. Va licenziata e messa sotto inchiesta», ha detto il commentatore di destra Benny Johnson. Intanto Anthony Cangelosi, ex agente dell’agenzia incaricata di proteggere i presidenti Usa, dice che l’errore decisivo è stato non bloccare quel tetto: «Trump si è salvato per puro caso. Se non avesse girato la testa sarebbe morto».
L’attentato e il Secret Service
Lo speaker della Camera Mike Johnson ha annunciato la convocazione di Cheatle nella commissione d’inchiesta sull’attentato. L’audizione è in programma il 22 luglio. Tra i filmati ce n’è uno in cui una 007 dopo il primo sparo si piega su sé stessa per evitare altri proiettili invece di fare scudo con il suo corpo alla vittima. In un altro video si vedono due tiratori scelti puntare il tetto da cui partiranno i colpi. Ma prima di rispondere al fuoco passano un minuto e 32 secondi. Cheatle ha difeso i suoi uomini e ha annunciato che non si dimetterà. Mentre su input di Biden da ieri il Secret Service ha assegnato a Trump lo stesso livello di protezione dei presidenti in carica. L’ufficio ha promesso che collaborerà all’inchiesta indipendente. Il Washington Post ha calcolato che tra gli spari e l’intervento della sicurezza passano 86 secondi.
L’esperto e il tetto
Cangelosi, che oggi è professore al John Jay College of Criminal Justice, era agente del Secret Service. E spiega oggi a Repubblica che un tetto come quello da cui ha sparato Crooks «doveva essere chiuso. Punto. Un agente della polizia locale, o del Secret Service, doveva essere posizionato là. Voglio essere prudente, perché c’è un’inchiesta dell’Fbi ancora in corso, ma questa è la realtà. In base alle regole stabilite dai protocolli, il Secret Service ha il compito di assicurare il perimetro interno degli eventi a cui partecipa il soggetto da proteggere, mentre quello esterno compete alla polizia locale o alle forze armate. Detto questo, però, se un agente del Secret Service vede un edificio così vicino non protetto, deve chiamare le forze di sicurezza locali per chiedere di assicurarlo. E se dopo 15 minuti nessuno ci è salito sopra, richiama fino a quando non lo fanno».
Tre direzioni diverse
Cangelosi non crede alle teorie del complotto sull’attentato. In particolare a quella che vuole che i colpi siano partiti da tre direzioni diverse, come per John Fitzgerald Kennedy: «Se avete le prove mostratemele. Le prenderò in considerazione». E dice che l’atto di Trump di sventolare una bandiera non è stato un errore o un modo per far capire all’attentatore dove soffiasse il vento: «L’attentatore era a una distanza di circa 150 metri, da dove è facile colpire con un buon fucile. Il vento non è un fattore tanto decisivo nell’influenzare la traiettoria del proiettile, quando sei così vicino. No, l’errore fondamentale è stato non presidiare quel tetto». E Trump si è salvato per puro caso: «Il proiettile gli ha sfiorato l’orecchio mentre girava la testa. Se non lo avesse fatto ora sarebbe morto o incapace».
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