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Meloni torna a Tripoli: «I migranti illegali nemici di quelli legali» – Video

La premier in Libia per il Trans-Mediterranean Migration Forum: «No ad un approccio caritatevole, cooperiamo da pari a pari»

Mentre a Strasburgo prosegue la trattativa per il voto di domani sulla candidatura di Ursula Von der Leyen alla conferma della guida della Commissione, Giorgia Meloni da un segnale anche all’Europa con la partecipazione al Trans-Mediterranean Migration Forum di Tripoli, accolta dal primo ministro del Governo di unità nazionale libico Abdul Hamid Mohammed Dabaiba. I concetti su cui ha battuto – che per la premier è importante risuonino anche nel discorso che von der Leyen terrà domani a Strasburgo – sono quelli su cui ha insistito più volte: «I migranti illegali sono nemici di quelli legali. Negli ultimi anni in Italia non abbiamo potuto consentire di venire a molti migranti legali perché ne avevamo troppi irregolari – ha spiegato -. Le organizzazioni criminali vogliono decidere loro chi ha diritto di entrare nel nostro Paese e chi no. Il mio governo ha varato decreti flussi per tre anni, ampliando le quote, anche e soprattutto per le nazioni che ci aiutano a combattere contro i trafficanti di esseri umani».

L’importanza del Piano Mattei

«Penso che tutti vedano che per questo governo italiano il Mediterraneo è una priorità, e non ci può esser il Mediterraneo senza Italia e Libia insieme. Questa è anche la ragione per cui in questi due anni abbiamo migliorato molto la cooperazione su vari fronti», ha aggiunto. «Le sfide di questo tempo non possono essere affrontate da soli, inclusa quella delle migrazioni. Vedo qui molti amici, il primo ministro di Malta, quello della Tunisia, il commissario Schinas, tutte persone che cercano di lavorare insieme sul tema delle migrazioni – ha aggiunto -. Per affrontarlo seriamente dobbiamo avere un approccio a 360 gradi. L’Italia sta lavorando molto su questo, soprattutto a livello multilaterale». Il primo punto è la lotta al traffico di migranti: «C’è gente che fa tantissimi di soldi usando la disperazione dei fragili, e non possiamo consentirlo. Queste organizzazioni stanno diventando potenti, ma se ne fregano dei diritti umani». Questo pero per il presidente del consiglio italiano non vuol dire accettare gli arrivi: «Non penso che l’approccio caritatevole sia quello giusto, certamente quello predatorio è sbagliato. La giusta via è una cooperazione da pari a pari, strategica, portando» in Africa «investimenti che risolvono problemi per entrambe le parti. Stiamo cercando di dare il buon esempio con il Piano Mattei».

Video Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev

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