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Morta in dirupo a Ischia, i 15 messaggi di aiuto e la lunga agonia di Marta Ohryzko. Abbandonata dal compagno dopo averla vista viva: «Dormi lì»

Marta Maria Ohryzko
Marta Maria Ohryzko
Il 40enne ha raccontato ai carabinieri di averle parlato, dopo che la donna era caduta nella scarpata. Perché aveva deciso di andarsene, nonostante lei implorasse aiuto

Sono stati almeno 15 i messaggi con cui Marta Maria Ohryzko ha implorato di essere aiutata dal compagno Ilia Batrakov, prima di morire di stenti. Prima la 32enne ucraina aveva provato a chiamarlo, ma lui non aveva mai voluto risponderle. È il pomeriggio di sabato 13 luglio quando la donna chiede aiuto, dopo essere caduta in un dirupo a Barano, sull’Isola d’Ischia, poco distante dalla roulotte in cui viveva con il compagno. La mattina dopo il corpo della donna è stato trovato senza vita. Il compagno ora è in stato di fermo in carcere con l’accusa di maltrattamenti. L’ipotesi degli inquirenti è che Ohryzko poteva essere salvata.

I messaggi di aiuto ignorati

I messaggi di Ohryzko riportati nelle prime carte dell’inchiesta della procura di Napoli iniziano alle 14.44 del 13 luglio. «Sono sdraiata vicino alle pietre», scrive la donna. Un minuto dopo però scrive ancora: «Sono caduta». Dopo mezz’ora un altro messaggio: «Perdonami per favore». Passano ancora due ore e sul telefono del 40enne russo arriva un altro messaggio: «Aiutami per favore». Ancora mezz’ora dopo un altro: «Con questo mi salvi». L’ultimo messaggio della donna arriva al telefono del compagno alle 19.33: «Perdonami per tutto, aiutami per favore». La 33enne riprova a chiamarlo. Solo alle 21.17 l’uomo risponde e le parla per cinque minuti.

Le due versioni ai carabinieri

Dopo il ritrovamento di Ohryzko, il 40enne era stato a lungo sentito dai carabinieri. Di quella telefonata aveva detto di non ricordare nulla. In un secondo interrogatorio, invece, ha raccontato di essere uscito nella notte tra sabato e domenica per cercare la sua compagna. Ha detto poi di averla trovata ancora viva tra la vegetazione: «Camminando mi sono accorto di una luce tra la vegetazione e avvicinandomi ho visto che c’era Marta. Si trattava del suo telefono accesso in modalità torcia. Marta sono sicuro fosse ancora viva, perché mi ha detto qualcosa. Non ricordo cosa».

Perché l’ha abbandonata nel dirupo

Batrakov però ricorda che cosa aveva detto a lei prima di lasciarla nel dirupo: «per la notte lei avrebbe dovuto dormire lì». Ai carabinieri l’uomo ha spiegato perché si è comportato in quel modo, anziché soccorrere la compagna: «Ero stanco dei suoi comportamenti e volevo farla finita o, meglio, volevo che la relazione avesse fine».

Morta dopo una lunga agonia

Ohryzko è rimasta per ore abbandonata in fondo al dirupo. La donna sarebbe morta di stenti, dopo una lunghissima agonia. Solo il mattino seguente, il compagno è tornato sul luogo in cui l’aveva vista viva la sera prima e l’ha trovata ormai morta. A quel punto ha chiamato i carabinieri.

Le ferite e la difesa di Batrakov

Batrakov ha negato di aver picchiato la sua compagna prima che la donna fosse trovata morta. Attraverso i suoi legali Rocco Maria Spina e Ciro Pilato, l’uomo ha spiegato «che l’amava e che l’ha sempre aiutata. Aveva dei problemi di salute e lui se ne era sempre preoccupato. Adesso sta molto male per quello che è successo, non immaginava che questa vicenda potesse avere un risvolto così nefasto».

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