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La storia della sposa abbandonata sull’altare a Martina Franca: «È la seconda volta, ora rischia la denuncia»

17 Luglio 2024 - 06:59 Alba Romano
sposa abbandonata altare martina franca
sposa abbandonata altare martina franca
Lei aveva già pagato per ricevimento e fiori. Ma lui forse non ne sapeva nulla

Una donna di 40 anni, di professione insegnante, ha atteso il suo sposo davanti all’altare della chiesa di San Martino a Martina Franca per ore. Poi si è dovuta arrendere. Nonostante l’addobbo di fiori pagato 7 mila euro. «Va bene, se non mi posso sposare allora vado al mare», ha detto la donna al parroco che cercava di consolarla. Lo sposo, 50enne, insegna nella sua stessa scuola ma ha anche un’altra relazione. Ed è la seconda volta che lei viene abbandonata sull’altare. Era già successo a ottobre 2023. La storia la racconta Repubblica, che ha anche sentito lo sposo mancato: «Prima di intervenire su questa faccenda devo confrontarmi con il mio avvocato», ha risposto lui. A ottobre lei aveva chiesto ai colleghi di fare da testimoni e aveva preparato le partecipazioni.

L’abbandono sull’altare

Poi era andata qualche tempo in vacanza per dimenticare. Ma a marzo si era ripresentata in chiesa. Concordando la data del 10 luglio per il matrimonio. Il fioraio aveva avvisato il prete: «C’è questo matrimonio in preparazione ma a quanto ci risulta i due non sono neanche fidanzati». A quel punto il parroco l’aveva invitata a presentarsi con il futuro marito. Ma lei aveva inventato una scusa: «Non possiamo farci vedere insieme prima del matrimonio». Aveva prenotato la sala di ricevimento versando un anticipo di 6 mila euro. Più altri 1.300 per il fioraio e le bomboniere. Il sindaco di Martina Franca Gianfranco Palmisano ha affidato il caso ai servizi sociali. Lei adesso potrebbe avere qualche problema di salute, rischia il posto e anche la denuncia dallo sposo inconsapevole.

La sologamia

Ma c’è anche chi punta sulla sologamia. Come l’artista Elena Ketra, che al quotidiano dice: «Alla base c’è una filosofia intimista, la cura di sé, il guardarsi dentro, mettersi davanti allo specchio e non dimenticarsi. Un gesto di gentilezza verso noi stessi». Ci si sposa «con la piattaforma gratuita Sologamy: chi vuole si fa 4 promesse e in virtù di quest’attestato d’amore riceve a casa un certificato di nozze sologamiche, un’opera esclusiva». Ci si promette «di amarsi e prendersi cura di sé, di non permettere a nessuno di farci male, di battersi sempre per le proprie idee e la propria libertà, di bastarsi e non lasciarsi soli». I sologami sono «nell’ultimo anno più di mille: 65% donne, 26% uomini, 9% non lo dice».

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