Ecr verso il no al bis di von der Leyen, il voto di FdI resta un mistero. Fidanza: «Voteremo compatti»
Da Strasburgo – «Fratelli d’Italia voterà compatta, non c’è libertà di voto nella delegazione». A parlare è Carlo Fidanza, capodelegazione del partito di Giorgia Meloni al Parlamento europeo, proprio mentre nell’emiciclo si dà il via alle votazioni a scrutinio segreto sul bis di Ursula von der Leyen alla guida della Commissione europea. Fidanza assicura che i 24 eurodeputati di FdI voteranno tutti allo stesso. Ma cosa voteranno? «Ve lo diremo dopo», risponde il capodelegazione schivando i giornalisti. Ciò che sembra certo è che la maggior parte degli altri partiti che compongono l’Ecr, il gruppo dei Conservatori e Riformisti di Giorgia Meloni, sembra intenzionata a votare contro il secondo mandato della politica tedesca. Ad annunciarlo è lo stesso gruppo in una nota ufficiale: «Un’ampia maggioranza delle delegazioni nazionali ha confermato che voterà contro Ursula von der Leyen».
Il discorso in Aula
Questa mattina, non era bastato neppure il discorso di quasi un’ora in Aula di Ursula von der Leyen a chiarire le idee di Fratelli d’Italia e dei Conservatori di Giorgia Meloni. O meglio, il gruppo aveva fatto capire di volersi prendere ancora tutto il tempo necessario per riflettere prima di decidere sulla scelta da depositare nell’urna, oggi alle 13. Senza escludere che, alla fine, ciascuno scelga autonomamente il da farsi. «Voglio deludere subito chi si aspetta un’indicazione di voto da parte dell’Ecr. Il nostro gruppo è composto da partiti che non rinunciano alle prerogative nazionali e ognuno si esprimerà sulla base dell’interesse nazionale», ha detto in Aula pochi minuti dopo la fine del discorso di Von der Leyen Nicola Procaccini, luogotenente di Giorgia Meloni in Europa alla guida del gruppo Ecr. «La testata Politico ha scritto che il destino politico di Von der Leyen è nelle mani degli sconfitti alle elezioni», ha aggiunto Procaccini rivolto alla presidente-ricandidata. «Comprenderà che qualcosa sta andando storto. Oggi i cittadini hanno sposato le buone idee del centrodestra, e credo che lei debba tenerne conto». Cosa che in realtà Von der Leyen non sembra proprio aver fatto, nel suo discorso e nelle linee guida politiche consegnate questa mattina, che rafforzano se mai lo sguardo al centro e perfino in direzione dei Verdi, con l’impegno per un nuovo “Clean Industrial Deal” e per lo stato di diritto, in chiave esplicitamente anti-Orbán.
L’ultimo colloquio Meloni-Von der Leyen e il nodo da sciogliere
«Noi resteremo ciò che siamo: persone misurate nei toni, ma ferme nei princìpi – ha concluso il suo intervento Procaccini – Come quel giovane universitario della destra italiana, divenuto simbolo trasversale di giustizia e coraggio, che lei, presidente Metsola, ha giustamente citato martedì e di cui domani ricorrerà il 32esimo anniversario dalla vigliacca uccisione: Paolo Borsellino. Parafrasando una delle sue affermazioni più conosciute: “È bello vivere per ciò in cui si crede”». Ma in cosa crede Fratelli d’Italia, sulla questione del sì o no a Von der Leyen, non ce l’ha chiaro proprio nessuno. Dietro la coperta delle citazioni dotte, il gruppo Ecr affronterà ora la sostanza della scelta in una riunione a porte chiuse. Anche se la decisione su cosa farà la delegazione di Fratelli d’Italia, alla fine, la prenderà Giorgia Meloni, sbarcata ieri sera a Oxford per il vertice della Comunità politica europea. Da dove, confermano fonti accreditate all’Ansa, ha avuto in tarda serata l’ultimo colloquio con la candidata Von der Leyen. La presidente-ricandidata, è la ricostruzione che filtra da fonti Ue qualificate, «ha spiegato alla premier che nel suo discorso in plenaria non ci sarebbero stati cambi di linea rispetto a quanto illustrato nei giorni scorsi». Di certo nel gruppo Ecr ci sono diverse delegazioni che invece hanno deciso oltre ogni dubbio per il no: quella di peso dei polacchi del Pis, infuriati con Von der Leyen, così come quelle più piccole francesi, rumene e svedesi. Fratelli d’Italia si allineerà a loro o risponderà al richiamo «governista» del sì? Entro poche ore la risposta, nel segreto dell’urna di Strasburgo.
In copertina: Carlo Fidanza, capo delegazione di Fratelli d’Italia al Parlamento Europeo (ANSA/Riccardo Antimiani)
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