L’accusa a Irene Pivetti: «Ha legami con i clan su affari, mafia e petrolio»

L’ex presidente della Camera avrebbe favorito gli interessi della camorra nel petrolio

L’ex presidente della Camera ed esponente della Lega Irene Pivetti ha ricevuto una denuncia per aver favorito gli interessi della camorra nel petrolio. La Dia descrive il ruolo di Pivetti all’interno della mafia romana. Che è una confederazione di clan che vanno dalla ‘ndrangheta a Cosa Nostra passando per le cosche campane. I referenti di Pivetti sono Salvatore Pezzella e Giuseppe Vitaglione. Che sarebbero rappresentanti dei clan Mazzarella e D’Alessandro. Vitaglione è legato anche al figlio di Michele Senese, Vincenzo. Che ha autorizzato insieme a Roberto Marcori ad acquisire una società nel settore degli idrocarburi. Scrive la Dia: «Le indagini hanno dimostrato che Vitaglione (…) è stato favorito dal contributo di Irene Pivetti, ex presidente della Camera».


Gli idrocarburi e il riciclaggio

Il Fatto Quotidiano riporta oggi che Corrado Petito e Roberto Navaro, «in concorso con Pivetti e con la compiacenza di funzionari pubblici corrotti (…) concorrevano a creare le condizioni per favorire le operazioni di riciclaggio, attraverso la produzione di modelli F24 ideologicamente falsi che attestavano il pagamento di accise e Iva dovuti per l’acquisto carburante». La Procura: «A conclusione della riunione si comprenderà (…) che Pivetti ha un ruolo sovraordinato nella trattativa». Tanto che risulta interessata all’esito della riunione e dice a Navaro: «Domani sono a Roma, non è che lei è da quelle parti?». La storia va a intrecciarsi con quella della Only Italia Logistic di cui Pivetti è risultata amministratore unico. Oggetto di una segnalazione sospetta da parte di Bankitalia nel 2019. Che puntava il dito sulle operazioni durante l’emergenza Covid-19.


Pivetti e l’uomo legato a Senese

Poi ci sono le conversazioni tra Pivetti Vitaglione. «Il passaggio inquietante, considerato che Vitaglione sta interloquendo con la donna che ha ricoperto la terza carica dello Stato, va individuato quando, senza alcun pudore riferisce il motivo del cambio di atteggiamento dei proprietari del deposito», sostiene la Dia. Vitaglione a Pivetti: «Sono cambiate un poco le carte per il gruppo che sta là sopra, no? Dove io ho fatto pure discussione qui giù a Napoli (…). Io vorrei che lo chiami e dirgli scusate, ma io sono stata a casa di persone serie o di birichini? Però presidente (…) li dovete dovete frustare direttamente avete capito?». Pivetti risponde: «Va bene, io intanto cerco che cosa hanno, dopodiché mi mandi le informazioni, tutte, il numero». Ancora Vitaglione: «Io sono stato chiamato da una famiglia di Napoli, poi Presidente resta tra di noi in quel caso stiamo nel nostro paese e ci siamo confrontati loro chi sono e noi chi siamo».

La replica di Pivetti

Scrive la Dia: «La Pivetti ben consapevole di muoversi in un contesto di criminalità organizzata, non solo conferma nuovamente di aver compreso la delicata situazione, ma condividendo l’intervento ‘mafioso’ della famiglia di Vitaglione, si augura che in quel modo il proprietario della società Nuova Petroli ritorni agli accordi iniziali». l’ex presidente della Camera attraverso il suo legale spiega al Fatto: «Non ho ricevuto alcuna comunicazione giudiziaria, ho dato indicazione al mio legale di prendere contatto con la Procura per verificare se vi sono iscrizioni su di me. Nel caso mi metterò a disposizione del pm».

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