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Julio Velasco e il clima teso tra Egonu e le altre azzurre, la ricetta del ct: «Non serve essere amiche per vincere»

19 Luglio 2024 - 23:49 Ugo Milano
Le parole del ct dell'italvolley femminile a pochi giorni dalla partenza per la Francia. Come ha provato a superare la crisi nello spogliatoio azzurro

A pochi giorni dalla partenza per Parigi, Julio Velasco, c.t. della nazionale italiana femminile di pallavolo, scalda i motori per la sua quarta Olimpiade in carriera, la terza con i colori azzurri. «La squadra sta lavorando bene, è in salute», assicura l’allenatore in un’intervista a Pierfrancesco Catucci sul Corriere della Sera. «Siamo concentrati solo sui Giochi, sappiamo che lo spartiacque tra possibile successo e fallimento è il quarto di finale e vogliamo giocare per le medaglie», aggiunge il commissario tecnico della nazionale. Prima della partenza per Parigi, Velasco ha dovuto fare i conti con la morte del fratello maggiore Raul, venuto a mancare a Parigi proprio questa settimana. «È una ferita profonda, ma non posso mostrare alle ragazze il lato triste. Nella disgrazia, sono fortunato a essere circondato dalla squadra», racconta il ct azzurro.

Il ritorno della vera Egonu

Lo scorso novembre, Velasco ha preso il posto di Davide Mazzanti come nuovo c.t. della nazionale italiana femminile di pallavolo. Una scelta maturata anche in seguito alle tensioni in spogliatoio, con una parte del gruppo azzurro, tra cui Paola Egonu, che sembrava essere finita ai margini del progetto. «Lei ha lavorato con tanti ottimi allenatori. Magari era solo un momento oppure era finito un ciclo», riflette il nuovo ct dell’italvolley. «A volte – aggiunge Velasco – girare troppo attorno alle cose alla ricerca delle cause le complica, anziché risolverle. Non sempre serve la psicanalisi».

Le tensioni in spogliatoio

E infatti, spiega l’allenatore nell’intervista al Corriere, la ricetta per sciogliere le tensioni in spogliatoio è più semplice di quanto si potrebbe pensare. «Ho detto subito alle ragazze che non serve essere amiche per vincere. Serve lavorare di squadra, aiutarsi», spiega Velasco. E poi aggiunge: «Quando sento il ritornello “abbiamo vinto perché siamo un bel gruppo” mi viene da ridere: e se avessi giocato male, il gruppo non sarebbe bastato? La verità è che bisogna essere squadra, non andare a cena insieme».

La gestione degli errori

Per quanto riguarda la sua esperienza personale, Julio Velasco dice di non sentirsi cambiato rispetto alle prime due Olimpiadi con la nazionale maschile: «Per certi versi sono sempre lo stesso, per altri no perché nel frattempo ho avuto altre esperienze. Mi piace più imparare che insegnare, ma ora voglio godermi fino in fondo questa esperienza», racconta il ct dell’italvolley. Velasco rivela poi una delle cose su cui più ha insistito con le ragazze della nazionale nei suoi primi mesi da allenatore: la gestione degli errori. «Ho detto loro che non avrei più voluto vederle autoaccusarsi di un errore perché vuol dire portarselo nell’azione successiva», ragiona il ct. «Bisogna essere concentrati – aggiunge Velasco – solo sul qui e ora e imparare a vincere anche quando si gioca male».

In copertina: Il commissario tecnico della nazionale femminile di pallavolo, Julio Velasco (Federvolley)

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