Francesca Pascale, Paola Turci e il fuorionda con Francesca Fagnani: «Il “posso corteggiarti?” era una battuta»
Francesca Pascale dice che la gelosia non c’entra nulla con la sua separazione da Paola Turci. La cantante subito dopo la sua partecipazione a Belve aveva scritto su Instagram «Non sono gelosa, ma…» pubblicando una foto dell’abbraccio della moglie con Francesca Fagnani. Pascale smentisce e oggi al Corriere della Sera parla anche di un fuorionda: «Sono ricostruzioni non corrispondenti al vero. Quel “Ma adesso ti posso corteggiare un po’? Ah no sono sposata” che ho detto a Fagnani era davvero solo una battuta: Francesca è un’amica. Ci tengo a ricordare che le unioni arcobaleno, come quelle eterosessuali, possono finire, questo a dimostrazione che non sono amori atipici, o diversi, o di serie B». Oggi, dice, percepisce un senso di fallimento: «Perché quando amo, investo tutto il cuore che ho».
Una fine
La conclusione del suo rapporto con Paola Turci, spiega Pascale, «è una fine, sto attraversando un grande dolore ma la vita mi ha insegnato che prima di amare qualcuno bisogna sapere amare sé stessi. Una fine, quindi, può diventare un atto d’amore nei propri confronti ed è per questo che ho deciso di allontanarmi». E questo «perché credo molto nell’amore. Quando un progetto che nasce a lungo termine si interrompe in anticipo, per me è un fallimento». Parla anche dei figli: «Non sono convinta di volere vivere l’esperienza della maternità». E di Silvio Berlusconi: «Quando abbiamo deciso di stare insieme, si è preoccupato di questo aspetto, ma per me non era fondamentale. Con lui era tutto speciale. Ho vissuto sotto i riflettori tra politica, processi e alla fine anche servizi sociali, un momento molto dolce della sua esistenza».
La persona più importante della mia vita
Per lei Berlusconi è stato «la persona più importante della mia vita. Come mia madre, le mie sorelle». Rispetto a un semplice ex lui è stato «molto di più. La mia radice, che non voglio sradicare. E nessuno può chiedermi di farlo. Era un confidente, un amico e anche un amante. Ero gelosissima di lui». Tanto, ammette, da controllargli il telefono: «Chiaramente scoprivo sempre qualcosa, ma ci volevamo molto bene e ci rispettavamo nel profondo nonostante qualche litigio. Ora ci rido su, ma ai tempi mi infuriai. Una volta gli dissi che sarei tornata a casa a un certo orario ma anticipai. Lo trovai non proprio da solo, mi arrabbiai molto e lui mi disse: “Ma sei tu che sei tornata prima”. Era pazzesco. Dopo la fine della nostra storia siamo rimasti amici».
Berlusconi e il matrimonio con Turci
Pascale rivela che ai tempi dell’annuncio del matrimonio con Turci Berlusconi «mi ha detto: “Ma sei matta? Allora non ti ho insegnato nulla. Devi proprio essere innamorata”». Perché Silvio «era un vero liberale. Stava con una ragazza bisessuale dichiarata, che ammetteva la passione per la cannabis. Quando gli ho detto della mia bisessualità mi ha risposto: “In fondo, anche io sono lesbica”. Era un uomo molto rispettoso delle scelte altrui, più moderno di quelli che gli stavano intorno: più Pannella che Salvini». Mentre di Giorgia Meloni pensa che sia «una donna forte, intelligente, coerente, ma è troppo conservatrice per essere la leader di un Paese europeo. Spero che si renda conto che ha l’obbligo di rappresentare tutta la nazione. Ci sono molte persone, molti giovani, come si è visto alle Europee, che non si sentono in nessun modo rappresenti dal suo partito, fatto anche di omofobi e di persone che ancora mettono in dubbio l’importanza del 25 aprile».
La politica e la famiglia
Su Salvini è più caustica: «Non mi faccia commentare. Lui, La Russa e Gasparri non sono persone che stimo». Elly Schlein invece l’ha conosciuta: «È una politica per bene ma io non sono di sinistra. È bello che sia stata ai Pride, ma vorrei che i diritti della comunità Lgbtq+, l’eutanasia, l’aborto, i diritti degli animali, non fossero temi solo di sinistra. È molto triste che le persone moderate del centrodestra in questa momento facciano fatica a sentirsi rappresentate. Basterebbe che Forza Italia trovasse il coraggio di tornare alle sue origini, alle visioni liberali ed europeiste di Berlusconi. Io un sogno ce l’ho».
Ovvero: «Sogno che qualcuno della famiglia Berlusconi riprenda in mano le redini del partito. Forse il padre non sarebbe d’accordo, perché amava troppo i suoi figli per spingerli in politica. Ma sarebbe bello che Forza Italia tornasse a essere il partito forte e di riferimento di un centrodestra moderato. Ogni volta che Marina e Pier Silvio parlano, risento parole di libertà e coerenza».
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